La XVIII Festa del Cinema di Roma apre con Paola Cortellesi. Tanti gli esordi di attrici alla regia
Un’edizione dedicata come non mai all’empowerment femminile, con una nutrita selezione di opere di cineaste donne e tante attrici italiane che presentano il loro esordio alla regia, fra queste Paola Cortellesi, Margherita Buy, Kasia Smutniak
Mercoledi, 18/10/2023 - L’edizione 2023 della Festa del Cinema di Roma, oltre a presentare una notevole selezione di opere al femminile ed incentrate su tematiche inerenti la condizione della donna, la sua emancipazione e le sue esigenze contemporanee, evidenzia una caratteristica affatto scontata: diverse attrici italiane presentano alla manifestazione il loro primo lungometraggio dietro la macchina da presa, cioè come registe.
Si inizia con l’attesissimo ‘C’è ancora domani’, opera prima di Paola Cortellesi, scelto come film di apertura della Festa e selezionato per la sezione del Concorso. Il film racconta la storia di Delia, moglie e madre di tre figli, inserita cioè nei ruoli che definivano una donna nell’Italia del dopoguerra. Tra i preparativi per il fidanzamento della primogenita e le confidenze con l’amica Marisa, l’arrivo di una lettera misteriosa fa capire a Delia che ci può essere una vita migliore. Dopo aver scritto tante sceneggiature (tra le quali ‘Gli ultimi saranno ultimi’, ‘Come un gatto in tangenziale’, ‘Ma cosa ci dice il cervello’), Paola Cortellesi esordisce nella regia cinematografica con una storia scritta insieme a Giulia Calenda e Furio Andreotti ed ambientata nella Roma popolare della seconda metà degli anni ’40, in bianco e nero, memore del nostro cinema di quegli anni. Protagonisti del film, insieme a lei stessa, Valerio Mastandrea, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Romana Maggiora Vergano, Vinicio Marchioni.
Altra attrice che esordisce alla regia è Margherita Buy, con il suo film “Volare”: nel cast, oltre alla stessa Buy, Anna Bonaiuto, Giulia Michelin, Elena Sofia Ricci, Euridice Axen, Francesco Colella. Un’attrice di successo, Annabì, per tutta la vita ha sofferto di aviofobia, la cosiddetta paura di volare, a causa della quale ha dovuto rinunciare anche ad importanti possibilità di carriera. Ma adesso che sua figlia ha deciso di studiare in California, Annabì deve fare qualcosa e si iscrive ad un corso all’aeroporto di Fiumicino per superare la paura, anzi il terrore che ha di prendere un aereo. Autrice della sceneggiatura insieme a Doriana Leondeff e Antonio Leotti, Margherita Buy esordisce nella regia con una commedia per la quale prende ispirazione dalla propria dichiarata fobia del volo.
Per il suo primo lungometraggio da regista, l'attrice Kasia Smutniak propone invece un documentario impegnato, MUR, girato nella zona rossa proibita della Polonia per far luce sulle politiche di confine del suo Paese e sulla crisi dei rifugiati nell’Unione Europea. Da bambina, la Smutniak giocava sotto la finestra della nonna, affacciata sulle mura di quello che mezzo secolo prima era il ghetto ebraico di Łódź. Seppur lasciando la sua terra natale da giovane, l’autrice ha mantenuto uno stretto legame con il suo luogo di nascita, dove oggi è tornata, con un’attrezzatura tecnica leggera e l’aiuto di attivisti locali, per filmare un altro muro: quello al confine con la Bielorussia, la barricata d'acciaio di 186 chilometri, costruita per respingere i migranti che tentano di entrare nell’Unione Europea in cerca di rifugio. Mur sfrutta il ritmo di un thriller per documentare e informare su muri insormontabili e costruiti per dividere arbitrariamente gli esseri umani. Un’indagine coraggiosa sull’ipocrisia dell’Europa moderna.
Fra gli altri film da segnalare di registe italiane e straniere già affermate, che sarà possibile vedere alla Festa del Cinema di Roma 2023, si segnalano i seguenti.
‘Un amor’ della regista spagnola Isabel Coixet, storia di una traduttrice che ogni giorno si trova a tradurre le storie tragiche e terribili delle donne immigrate finché decide di lasciare tutto e andare ad abitare a La Escapa, un paesino della Spagna rurale dove la protagonista, in compagnia di una cagna semirandagia, resisterà all’ambiente entrando nel gioco di una passione ossessiva. Film ombroso e imprevedibile, tratto dal best seller di Sara Mesa da Isabel Coixet (anche sceneggiatrice con Laura Ferrero), che accompagna i suoi interpreti notevoli attraverso spazi segnati da muri e rupi incombenti. Nel cast Laia Costa, Hovik Keuchkerian, Hugo Silva, Luis Bermejo, Ingrid García-Jonsson, Francesco Carril.
‘Mi fanno male i capelli’, di Roberta Torre, con Alba Rohrwacher e Filippo Timi. Dopo tante storie dal Sud e il Riccardo shakespeariano e le sue favolose signore, Roberta Torre tratteggia con eleganza, partecipazione e pudore un omaggio a Monica Vitti e alla forza del sogno, attraverso la storia di una signora bionda, Monica, che sta perdendo la memoria, mentre Edoardo, il marito, la accompagna con tenerezza nelle vite che lei si ricostruisce attraverso i film di Monica Vitti, La notte, L’eclisse, Deserto rosso, Teresa la ladra, Amore mio aiutami, Polvere di stelle. Antonioni, Michele Placido, Alberto Sordi. Alba Rohrwacher volteggia tra ricordi e illusioni, mentre un Filippo Timi dolente cerca di trattenerla nel nostro mondo.
‘La Storia’, di Francesca Archibugi, una serie tv con Jasmine Trinca, Elio Germano, Asia Argento, Lorenzo Zurzolo, Francesco Zenga, Valerio Mastandrea, Nel 1974 esce uno dei romanzi italiani più importanti del ’900, La Storia di Elsa Morante, pubblicato da Einaudi per esplicita volontà dell’autrice nella collana economica Gli Struzzi, con 800.000 copie vendute in Italia in un anno, tradotto poi in più di venti lingue. “Uno scandalo che dura da diecimila anni”: questa è la Storia secondo Morante, che la percorre dall’inizio del ’900 agli anni ’50 attraverso le vicende della famiglia Ramundo, in particolare di Ida, figlia di madre ebrea e padre anarchico. Su Ida si apre il romanzo, nel 1941, a Roma, nel quartiere San Lorenzo. Dopo l’adattamento di Luigi Comencini del 1986, l’epopea tragica e appassionata di Ida torna sullo schermo nella serie tv in otto puntate diretta da Francesca Archibugi, anche sceneggiatrice con Francesco Piccolo, Giulia Calenda e Ilaria Macchia.
‘Anatomia di una caduta’ di Justine Triet, il film che ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes 2023. Un bello chalet immerso nella quiete e nella neve delle Alpi francesi dove risiede una coppia di scrittori con il figlio undicenne, che ha perso la vista dopo un incidente. Il corpo di Vincent, il marito, precipita dalla finestra e giace sulla neve. Una caduta che potrebbe non essere accidentale. Comincia così e si riavvolge su se stessa, nei ricordi e nelle testimonianze del processo in cui la moglie è sospettata di uxoricidio, la nuova storia al femminile narrata da Justine Triet, dopo quelle di Tutti gli uomini di Victoria, La bataille de Solférino e Sibyl: una storia di spaesamento (la moglie è tedesca e i coniugi si sono conosciuti a Londra), parlata in tre lingue, stretta tra analisi familiare e dramma processuale. Palm Dog a Messi, il border collie che interpreta Snoop, il cane guida del figlio.
‘Misericordia’ di Emma Dante. Dopo Via Castellana Bandiera e Le sorelle Macaluso, Emma Dante trasporta sotto la luce della Sicilia e, in parte, in esterni l’universo famigliare e ferino di Misericordia, che in teatro era chiuso nel buio di una stanza. Accorato e dolente, acceso dai colori fiammanti degli abiti e delle lane e dall’azzurro fondo del mare, un pietoso e indignato atto di fede nella forza e nell’umanità delle donne, materne lottatrici in un mondo di maschi disgustosi.
‘La Chimera’ di Alice Rohrwacher, proveniente dal concorso del Festival di Cannes 2023. Ambientato nella Toscana degli anni ’80 (mirabilmente fotografata da Hélène Louvart con continue alternanze tra 35 mm, Super 16 e 16 mm), interpretato da Josh O’Connor (l’allora principe Carlo in The Crown) e impreziosito dalla presenza di Isabella Rossellini, Carol Duarte e Alba Rohrwacher, il nuovo film di Alice Rohrwacher è una discesa onirica sospesa tra il mondo della veglia e quello del sonno, eternamente in bilico tra antico e moderno. La storia di una terra e dei suoi meravigliosi segreti, che l’autrice tesse all’interno di una dimensione favolistica e incantata.
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