Domenica, 20/02/2011 - Sanremo, come sempre, tra veleni e tentativi di creatività, permette alla coscienza e al sentimento una vera vittoria. Sul volto dell’artista-cantautore Roberto Vecchioni è stampata la gioia di un vero insegnante, che riesce a destare il senso di libertà e dignità attraverso dei sani impulsi-immagine. L’entusiasmo, il linguaggio del cuore – accanto alla melodia e al ritmo -, usato alla perfezione dal cantautore, è alla base di ogni insegnamento. L’essere umano, in questa canzone, è il massimo valore, il punto centrale di ogni creazione e progresso. La libertà così, oltre che coscienza, per l’essere umano, è anche la possibilità di amare, di creare e agire la dimensione che ne afferma l’esistenza e l’evoluzione del proprio Io. Così conoscere in senso ampliato, rispetto all’accezione comune del termine, con uno sguardo di 360° sul mondo esteriore-interiore, rappresenta il cammino verso la salute e una maggiore cura sociale. In questo senso la “creatività” della satira di Luca e Paolo, non convince, perché nella riproposizione di un appiattimento di massa –dove nessuno è escluso…- si svilisce la speranza e non solo. Ci sono satire anche più esasperate, che lasciano un messaggio chiaro di pensiero, di indignazione per una vera trasformazione. Le loro parole: “Non volevamo né assolvere né condannare nessuno, volevamo tradurre quello che pensano in tanti, infatti molti voterebbero ancora Berlusconi”, non hanno bisogno di commento ulteriore. Le sorprese non mancano quando il cuore si allontana dall’intelletto.
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