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LA VITA SIAMO NOI, molto più che uno slogan

LA VITA SIAMO NOI, molto più che uno slogan

CONSULTORI / VERSO UNA PIATTAFORMA NAZIONALE - Il successo dell’incontro del 21 gennaio a Roma conferma che sono maturi i tempi per una nuova stagione di lotte che difendono i consultori e la legge 194 mettendo al centro la parola autodeterminazione

Giovedi, 22/03/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2012

E siamo solo all’inizio di una serie di un percorso che si preannuncia ricco di iniziative e campagne che verranno via via condivise ed elaborate.

Delegazioni e contributi da Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Umbria, Veneto, con oltre centocinquanta presenze, quasi esclusivamente femminili. È la foto di gruppo delle donne che si sono radunate a Roma lo scorso 21 gennaio su sollecitazione dell’Assemblea permanente delle donne contro la proposta Tarzia. Interessante e da sottolineare è la miscellanea delle tante arrivate alla Casa Internazionale (Roma), composta da persone di tutte le età e motivate da diversi approcci e premesse: c’erano utenti e operatrici dei consultori, ma anche ginecologhe dei servizi territoriali e c’era pure chi voleva solo partecipare sentendo la necessità di comprendere ciò che sta accadendo. Perché alla base dell’attenzione che l’iniziativa ha riscosso c’è sicuramente un malessere vissuto da ciascuna in solitudine rispetto alla constatazione che giorno dopo giorno siamo private di servizi essenziali, un malessere che cresce indipendentemente dal fatto di quei servizi o che di quelle strutture si abbia o no bisogno. Le testimonianze dalle Regioni e dalle varie città sono state fondamentali per capire a che punto siamo nella spoliazione costante di ciò che garantisce la nostra dignità, depauperamento che assume forme diverse da territorio a territorio, che passa attraverso strade impensabili. Questa erosione avanza inesorabilmente, nonostante la ottima percezione che dei consultori hanno le utenti, come emerge dalla ricerca delle sociologhe della Soiss, presentata su noidonne del mese di febbraio 2012. Del resto l’idea di organizzare un incontro nazionale è maturata perché sul piano politico ad un certo punto è emerso con chiarezza che quanto accadeva nel Lazio con il tentativo di snaturare i consultori andava preparandosi in modo identico nel Piemonte di Cota, nel Veneto di Zaia, senza contare quanto già consolidato in Lombardia. Nella relazione introduttiva le donne dell’Assemblea Permanente contro la proposta di legge Tarzia hanno ripercorso le tappe della lotta: dai pareri giuridici e costituzionali, alla raccolta delle 100mila firme in favore dei consultori, al coinvolgimento di oltre sessanta associazioni di Roma e del Lazio per la richiesta di audizioni, compresi ordini professionali, municipi, comuni e province. “Abbiamo sventato le provocazioni e le bugie continue della Tarzia e dei suoi agguerriti sostenitori […]. Quest’atteggiamento la dice lunga sulla sua idea di democrazia e di rispetto delle donne nonostante le campagne milionarie “voi mi state a cuore”. Eppure non possiamo essere soddisfatte, non solo perché quel testo non è stato ancora ritirato, ma perché il problema viene affrontato negativamente anche in tutti gli altri settori di competenza istituzionale […] E allora fermare la proposta di legge Tarzia non basta […] perché è necessario decostruire il prototipo della “famiglia coatta” per ricostruirla sul desiderio e le relazioni affinché nessuno possa più deliberare sul nostro corpo e soprattutto affinché nessuna/o sia più esclusa/o dai diritti universali - diritti di cittadinanza, reddito, welfare -. Perché non siamo mai state zitte e a più riprese siamo uscite dal silenzio, ma ora bisogna farlo in modo più forte e tutte insieme”. Dai tre gruppi di lavoro (corpo, servizi, diritti) sono emerse proposte e riflessioni sull’effettivo margine di libertà di scelta femminile. “L’autodeterminazione non è solo un diritto, ma un modo di stare al mondo. C’è una contraddizione tra la liberalizzazione sessuale e la paura della sessualità della donna. La sessuomania nasconde in realtà una profonda fobia del sesso e della sessualità, che produce forte disorientamento e solitudine”; […] “Serve un nuovo immaginario. Occorre continuare e implementare il lavoro di informazione e controinformazione, con inchieste e assemblee nei consultori, a scuola, ovunque. Vogliamo lanciare una campagna per la pillola del giorno dopo come farmaco da banco, come già avviene nel resto d’Europa. E sulla prevenzione nei consultori, che devono essere reinventati. Infine, serve una campagna contro l’obiezione di coscienza”. […] “Le donne di questo paese, native e migranti, già socialmente ed economicamente svantaggiate sono le prime vittime del continuo e violento attacco ai diritti del lavoro, al welfare e in generale ai diritti e alle garanzie sociali, faticosamente conquistate in decenni di lotte”. “Attraverso una generale precarizzazione della vita, viene minata la libertà di scelta delle donne, sia nella partecipazione alla vita pubblica del paese, sia nella sfera privata. Non vogliamo essere noi il welfare mancante di questo paese, bensì le sue destinatarie”.

I materiali completi e le relazioni conclusive sono disponibili integralmente su www.noidonne.org



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OCCORRE CONTINUARE A ESSERE VIGILI


Mentre andiamo in stampa, la Giunta Polverini ci riprova: durante la discussione sulla proposta di legge sul 'sistema integrato di interventi dei servizi e delle prestazioni sociali per la persona e la famiglia nella regione Lazio', è stato presentato un emendamento con il quale si vuole abrogare l'Art. 6 della L.R. 15/76, ovvero quell’articolo dove viene definita e normata l'attività dei consultori e la loro funzione. L'emendamento è stato temporaneamente accantonato grazie alle pressioni delle opposizioni, ma la battaglia si profila durissima.



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La proposta di legge Tarzia (Regione Lazio) in pillole




 Riconosce il valore primario della famiglia, quale società naturale fondata sul matrimonio.

 Ridefinisce il ruolo dei Consultori Familiari come istituzioni vocate a sostenere e promuove¬re la famiglia e i valori etici di cui essa è portatrice.

 Con l’art. 14….. viene ricordato alla donna il suo dovere morale di collaborare nel tentativo di superare le difficoltà che l’hanno indotta a chiedere l’inter¬ruzione volontaria della gravidanza.

 I Consultori familiari “educano alla cultura familiare …. al rispetto della vita fin dal concepimento”.

 Consente una forte privatizzazione dei consultori e/o l’ingerenza dell’associazionismo familiare.

 Art. 16 “In ciascun consultorio deve essere garantita la presenza almeno delle seguenti figure professionali: consulente familiare per l’accoglienza ed il coordinamento degli interventi, esperto in materia di bioetica, assi¬stente sociale, consulente legale, medico, ginecologo, ostetrica, pedago¬gista, psicologo, mediatore familiare. Possono anche far parte dell’equipe consultoriale esperti in discipline antropologiche e sociali, esperti dell’insegnamento dei metodi di regolazione naturale della fertilità, economia e programmazione familiare, oltre che personale volontario, purché in possesso di specifici titoli, relativi alle discipline di cui al presente articolo.”

 Art. 26: Istituzione dei Comitati Bioetica ad opera delle Autorità Regionali……. Per la valutazione dei servizi consultoriali





In generale la proposta:


 non parla più di promozione della salute, di educazione sessuale, di contraccezione (tutti elementi indispensabili per una reale prevenzione del ricorso all’aborto);

 nega quanto dichiarato nella relazione annuale sullo stato di attuazione della legge 194 che evidenzia il calo costante del ricorso alle IVG dall’entrata in vigore della legge e mette in relazione proporzionale tale riduzione alla presenza di strutture che si occupo di pianificazione familiare. Quindi di contraccezione;

 nega l’autodeterminazione della donna;

 è in contrasto con principi costituzionali e con la L. 40575 e la L.19478;

 apre nuovi finanziamenti anche alle associazioni private con scopo di lucro;

 è una pesante ingerenza nei confronti degli operatori, che lavorano in autonomia tecnico professionale e dei loro valori etici dei quali già gli Ordini professionali sono garanti;

 non garantisce il carattere di laicità e quindi di rispetto delle diverse sensibilità e culture di chi si rivolge ai servizi consultoriali.







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