Violenza 3 - Da Siracusa un'esperienza pilota nel segno della collaborazione con gli ospedali, i consultori e i medici di base
Raffaella Mauceri Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2006
La violenza non soltanto è la negazione della libertà e della dignità, ma è anche, inevitabilmente, la negazione del benessere psico-fisico nella misura in cui danneggia la vittima e genera malattie fisiche, psicologiche e psicosomatiche.
Essere responsabile di un centro antiviolenza (“Le Nereidi” di Siracusa) che in poco meno di 4 anni ha già accolto circa 370 donne, fa sì che io sia una testimone diretta di questa terribile verità.
Tremando, farfugliando, in preda al panico, stremate da percosse, minacce, ricatti, incapaci di decidere che cosa fare e come sopravvivere: è così che risponde il corpo e l’anima di una donna in mano ad un carnefice. In più pensa che la colpa sia sua.
La forma più eclatante e manifesta della violenza che colpisce le donne di tutti i paesi e di tutte le età, è certamente quella che lascia segni visibili sul corpo: lividi intorno al collo per tentato strangolamento, denti saltati a forza di pugni, ossa rotte, timpani scoppiati, tagli, cicatrici, pestaggi ricorrenti e sempre più feroci che a volte si concludono con il delitto. Ma c’è un’altra forma di violenza, quella psicologica, molto più diffusa e pressoché impossibile da rilevare, denunciare, quantizzare, quella che genera autentiche menomazioni psichiche e disabilità sociali: fobie, incubi, flash-back, svalutazione del sé, insonnia, depressione, attacchi di panico.
E poi ci sono le infinite malattie somatizzate a causa della violenza: problemi del sistema cardiocircolatorio, sbalzi di pressione, ansia, soffi, aritmia, tumore al seno! La medicina ufficiale ha fatto molta resistenza prima di riconoscerlo come malattia psicosomatica, finché si è arresa davanti ad una vasta letteratura pronta a dimostrare che il dolore annienta le difese immunitarie ed espone le vittime a qualunque attacco, incluso il tumore al seno, appunto.
E così, oggi, medici di base e specialisti cominciano ad avvertire l’importanza di stringere un’intesa con il nostro Centro antiviolenza per saperne di più su questa specifica violenza culturale, ancestrale e sessualmente connotata cioè ‘di genere’ giacché agita dal genere maschile sul genere femminile.
Il dato, sovrastorico e sovraculturale, ci consente infatti di affermare che la violenza maschile è stata ed è ancora largamente usata dagli uomini per ‘comunicare’ con le donne, per imporre e mantenere la loro predominanza e il loro potere. Il che spiega come mai, indipendentemente dal paese cui appartengono e dalla cultura da cui provengono, il comportamento dei soggetti maltrattanti è così simile da un capo all’altro del pianeta che sembrano essere stati tutti alla stessa scuola. Di violenza.
L’osservazione è scaturita dallo scambio internazionale di studi sul fenomeno e ha fatto sì che nell’ormai celebre ‘Ruota del potere e del controllo’ elaborata dai centri antiviolenza del Minnesota, si riconoscessero tutti gli altri centri antiviolenza sparsi per il mondo.
Orbene, l’approccio del medico (generico, specialista o psicologo) con una paziente che subisce violenza, può essere determinante e di particolare rilevanza è il suo ruolo nel rapporto complessivo con la vittima. Da qui la necessità che sia documentato sul fenomeno della violenza di genere del quale non ha una conoscenza specifica e sul quale i Centri antiviolenza producono una vasta documentazione sociologica e statistica. Ben sei sono infatti i seminari che il Centro Le Nereidi ha già espletato per la categoria medica: quattro agli ospedalieri dei nosocomi cittadini, uno al personale consultoriale e uno ad un'associazione di medici di base.
Instaurare una sinergia di interventi fra il Centro antiviolenza Le Nereidi e i medici con una serie di protocolli d'intesa che hanno già preso il via (e costituiscono un primato nazionale) si traduce infatti per le vittime in un servizio sicuramente più efficace nella soluzione dei complessi e molteplici problemi di chi ha subito violenza.
(*) Presidente e formatrice del Centro antiviolenza Le Nereidi - Siracusa (tel. 0931.492752)
(25 ottobre 2006)
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