Venerdi, 11/10/2013 - Sabato 12 ottobre in molti sono scesi in piazza per la Costituzione. “La via maestra”, questo il nome dell’appello lanciato l’8 settembre da cinque illustri promotori, Lorenza Carlassare, Luigi Ciotti, Maurizio Landini, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky, che ha raccolto l’adesione di oltre 200 associazioni e sono oltre 250 i pullman partiti alla volta della Capitale. Ma qual è il nesso tra la difesa della Carta e le battaglie femministe? Presto detto. La nascita della Costituzione, e ancora prima la sua fase preparatoria, costituiscono un nodo fondamentale per l’affermazione dell’uguaglianza tra i sessi. Oltre al diritto di voto, le donne ottennero, con il decreto del 10 marzo 1946 relativo alle “Norme per l’elezione dei deputati all’Assemblea Costituente”, anche il diritto ad essere elette.Scriveva così Anna Garofalo, giornalista, all’indomani dell’evento: “Le schede che ci arrivano a casa e ci invitano a compiere il nostro dovere hanno un’autorità. Silenziosa e perentoria. Le rigiriamo tra le mani e ci sembrano più preziose della tessera del pane. Stringiamo le schede come biglietti d’amore. Le conversazioni che nascono tra uomo e donna hanno un tono diverso, alla pari”. Traspare da queste parole l’emozione autentica per essere diventate parte attiva dell’elettorato nazionale: cadevano le norme restrittive del passato e si sperava nella parità normativa e sostanziale. Fu a seguito di questo decreto, che all’interno dell’assemblea Costituente vennero elette 21 donne, le cosiddette madri costituenti: nove comuniste, dieci democratiche cristiane, due socialiste e una della lista ”Uomo Qualunque”. Dopo un processo lungo durato oltre un anno, nel dicembre 1947, la carta verrà finalmente approvata e promulgata. Ma purtroppo da quel giorno ad oggi sono stati numerosi gli attacchi alla Costituzioni e gli ostacoli, normativi o sostanziali, frapposti tra i diritti dei cittadini e delle cittadine e il loro pieno rispetto.
Apostrofata come “la più bella del mondo”, la Costituzione italiana, nata dal confronto politico tra forze diverse, è ancora oggi un testo vivo, pieno di riferimenti adatti anche al tempo presente: la mediazione tra le posizioni, spesso anche molto distanti, fu infatti portata avanti con il fine ultimo di produrre un testo che avrebbe potuto parlare anche alle future generazioni. La sua grande attualità e il suo ampio respiro non l’hanno però messa al riparo dai continui attacchi, anzi, il suo afflato egalitario non è stato spesso per nulla gradito. Una analogia forte con le battaglie portate avanti dai movimenti femministi, considerate talvolta beghe inconsistenti (si pensi alle critiche piovute per le parole della Presidente Boldrini sugli stereotipi femminili veicolati nelle pubblicità), talaltre vetuste perché insistono su diritti già consolidati. La realtà, si sa, è ben diversa e la parità sostanziale tra uomini e donne quando poi nella realtà si tratta spesso invece di diritti disattesi. E' di questo avviso Lorenza Carlassare, unica donna tra i promotori della manifestazione, professoressa emerita dell’Università di Padova, costituzionalista con una lunghissima carriera alle spalle e di battaglie a difesa della carta. Con l’associazione Libertà e Giustizia e attraverso la pubblicazione di opere divulgative e articoli sulla materia, la prof.ssa ha contribuito al dibattito culturale sociale e politico che si è sviluppato attorno a questo documento così prezioso. A 'NOIDONNE' ha spiegato perché è ancora così importante difendere la Costituzione e come si lega questa battaglia con quelle femministe.
Perché farsi promotrice di questa manifestazione?
Serve un segnale di svolta, è necessario che le persone si immedesimino di nuovo nei principi e nei valori della Costituzione e forzino il potere ad applicare finalmente la Carta che ha un programma ottimo, preciso, per una vita più equa per tutti. In caso contrario, il nostro sistema resterà indietro rispetto agli altri, con grande sofferenza per i cittadini. Ogni cosa ci parla della Costituzione, dell'urgenza di applicarla dalla rovina del territorio, ai disastri naturali, alla scuola: che cittadini sono quelli che non hanno una preparazione? Ma soprattutto che avvenire ha un paese in cui non c’è un livello culturale e una ricerca portata avanti in modo da poter progredire?
Quanto è importante la Costituzione nell’ambito delle istanze femministe?
La Costituzione ha costituito un punto di svolta ed è importante ricordare le battaglie che fecero le madri costituenti che erano in assemblea su molti articoli: non solo sull’articolo 3, ma anche sull’articolo 51 per l’accesso ai pubblici uffici e a tutte le cariche. Ma sin dai primi anni dopo la sua approvazione, c’è stata immediatamente una grande ostilità nei confronti della Costituzione. Sono state necessarie delle sentenze delle Corte Costituzionale che hanno spezzato ogni indugio e aperto davvero la strada alle donne in tutte le carriere (una fra tutte la sentenza 33 del 1960 vinta da Rosanna Oliva). Vogliamo chiedere l’applicazione della Costituzione che sin dall'inizio portava cambiamenti forti, una trasformazione vera della società che non si è voluta, affinchè le norme costituzionali non vengano giornalmente e sistematicamente violate o disattese. Le donne chiedono quei diritti che la Costituzione dà loro: nella famiglia, nella società, negli impieghi, nella pubblica amministrazione, nel Parlamento e in qualsiasi luogo esistano attività, funzioni pubbliche o private, le donne devono essere uguali. Ma le parole sono facili e l’azione non lo è.
Le battaglie sono ancora attuali dunque?
Decisamente si. Pensiamo alla donna lavoratrice, al totale disprezzo per la sua condizione. Non c'è nulla che aiuti le donne che lavorano: sono lasciate completamente sole, non ci sono strutture. E lo stesso vale per l'assistenza ai disabili, agli anziani. Le disuguaglianze, l'egoismo sfrenato, l'idolatria del denaro non sono di certo caratteristiche della società che la Costituzione delineava. Spero che si volti pagina e che le Istituzioni, attraverso i valori promossi dalla Costituzione, si facciano carico dei problemi delle persone. La democrazia e la cultura vanno insieme, e dove la cultura decade - e da noi è fortemente decaduta - decade la democrazia. E' molto più comodo governare un gregge ignorante che dei cittadini coscienti e critici. L’ignoranza fa gioco al potere.
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