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La via giudiziaria alla rappresentanza di genere

La via giudiziaria alla rappresentanza di genere

Note ai margini - Abbiamo una legge dalla nostra parte, ma scarsa conoscenza ne hanno i media, altrimenti non si sarebbero così meravigliati, e altrettanta scarsa ne hanno gli amministratori (o almeno trovano conveniente farlo credere)...

Castelli Alida Martedi, 15/12/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2009

Negli ultimi mesi i TAR di varie Regioni si sono pronunciati in merito alla questione della rappresentanza femminile nelle Giunte di alcuni Comuni in Puglia e nel Lazio e della Provincia di Taranto. Impugnando semplicemente gli atti di nomina delle Giunte, e chiedendo l’annullamento con la sospensiva immediata con la motivazione che i due generi non erano presenti in quelle Giunte, i vari TAR hanno pronunciato ordinanze che facevano decadere gli Assessori da poco nominati. La meraviglia con la quale la stampa a livello nazionale, riprendendo una dichiarazione della Ministra Carfagna, che ha commentato la vicenda di Taranto e soprattutto della stampa locale per gli altri casi, dimostra, ancora una volta come siamo “digiuni” di cultura giuridica del nostro paese. Scarsa conoscenza ne hanno i media, altrimenti non si sarebbero così meravigliati, e altrettanta scarsa ne hanno gli amministratori (o almeno trovano conveniente farlo credere) se si sono nominati assessori “fuorilegge”. Ma ancora troppe volte nemmeno noi donne conosciamo i nostri diritti e le leggi che, nemmeno troppo scarse numericamente e qualitativamente, tutelano i nostri diritti.

E non servono gli Statuti degli Enti Locali per sancire la presenza di tutti e due i generi, anzi gli Statuti dovrebbero essere uniformati al Testo Unico sulle Autonomie Locali (dlgs 267/2000 art. 6 comma3) che prevede che tutte, ma proprio tutte le amministrazioni locali devono garantire nelle Giunte l’adeguata presenza dei due generi. Anzi a guardar bene la rappresentanza di genere è prevista anche per gli “enti, aziende ed istituzioni da esse dipendenti”. Insomma c’è da fare un bel lavoro, volendo.

Un inserto del “Sole 24 ore” del 28 settembre u.s. parlava di una cifra enorme di Enti Locali “fuorilegge”: ben 1.600! E nulla sappiamo delle varie municipalizzate o enti vari: ci sarebbe proprio un bel da fare per i TAR.

Inoltre leggendo le varie ordinanze dei TAR si scopre anche che come memoria difensiva i vari Sindaci ed Assessori messi in mora si difendono dicendo che “non hanno trovato donne”, ma la scusa non vale, non viene accettata.

Allora che fare? Cominciamo in via massiccia a seguire la via giudiziaria alle pari opportunità. Quasi, quasi potrebbe essere un’idea, e in alcuni casi credo sia anche necessario farlo soprattutto nei confronti di quelle amministrazioni troppo sorde ai problemi delle donne. Comunque dobbiamo sapere che abbiamo una legge dalla nostra parte e che è bene che cominciamo ad esercitare l’obbligo previsto.



(15 dicembre 2009)

 

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