Il Teatro-Festival della scrittura siciliana contemporanea, per una geografia della scrittura femminile
Martedi, 20/09/2011 - A Santa Margherita del Belice si è svolta, il 5 agosto, la III edizione della Triscele che scrive, nell'ambito della settimana gattopardiana. La Triscele, simbolo della Sicilia, è la testa di una donna, forse una dea, talvolta con le ali per indicare l'eterno trascorrere del tempo, contornata da serpenti per indicare la saggezza. Il Teatro-Festival della scrittura siciliana contemporanea, per una geografia della scrittura femminile, è un progetto che nasce nel 2009, grazie all'Associazione Luminaria che dall’anno della sua costituzione, valorizza la presenza femminile nella società, coniugando denuncia e rivendicazione insieme ad affermazione di sé, un’alterità dell’essere donna che non si riconosce in una rappresentazione artificiale della femminilità che, subìta, accentua un senso di inadeguatezza e marginalizzazione. Perciò si prefigge l’obiettivo di lavorare sulla qualità della percezione di se stessi e del mondo attraverso una rappresentazione simbolica che restituisca potere creativo all’immaginazione. Gli scrittori, con i loro testi riescono a ricreare i luoghi, non accessibili all'esperienza della geografia teoretica. Ma è la nozione di spazio vissuto che la geografia umanistica valorizza, mettendo in rilievo il senso del luogo, i legami affettivi con l'ambiente, il genius loci e i ritmi spazio-temporali connessi all'esperienza personale. Alla luce del rapporto tra Geografia e Letteratura si guarda ala scrittura femminile contestualizzata nelle varie aree. Le scrittrici siciliane contemporanee si portano dietro e dentro lo stigma della loro provenienza-appartenenza geografica e culturale: più se ne allontanano, più finiscono per mostrarne i segni identitari dell'appartenenza. Le autrici di questa edizione sono state: Beatrice Monroy, Marilena Monti, Veronica Tomassini. La presentazione si è arricchita con le drammatizzazioni fatte coi brani tratte dalle opere e curate da tre attrici professioniste: Ermelinda Palmeri, Laura Spacca e Silvia Scuderi, per la regia di Margo Cacioppo.
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