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La trasgressione di Tali Fahima

La trasgressione di Tali Fahima

Mondo/ Israele - La giovane Tali ha voluto vedere con i propri occhi quello che la propaganda israeliana non dice. Ha superato le barriere. Oggi è in galera e rischia la morte

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2005

Perché Tali Fahima dà così tanto fastido agli israeliani? Oggi Tali è in galera e rischia l’ergastolo, se non addirittura la pena di morte.
Si sa che le carceri israeliane non sono "tenere". Tali è dentro dall’8 agosto del 2004. Ha subìto interrogatori, torture ed il regime di isolamento.
Giovane, israeliana, di origine marocchina, non ha studiato. Viveva in una famiglia povera. Un giorno, in televisione, ha visto un film che le ha cambiato la vita. Un film strano, diverso, un’anomalia in mezzo a tanta propaganda che mostra i Palestinesi come terroristi, in particolare gli abitanti di Jenin (tutti killer dal più anziano all’ultimo dei neonati). Per questo, a Jenin, i giovani israeliani non ci vanno.
Il film è “I bambini di Arna” (vedi scheda), un documentario che ha vinto il premio Tribeca Film Festival di New York. Mostra la gente di Jenin, è normale, senza odio, ricca di sogni per il proprio futuro. Tali Fahima decide di andare lì per capire. Incontra persone pacifiche ma con mille problemi. Torna in Israele per informare tutti, parenti, amici. Comincia a raccogliere soldi per la gente di Jenin e tenta di convincere i giovani ad andarvi per conoscere la situazione in modo diretto.
La sua attività non passa inosservata al servizio segreto israeliano il GSS (General Security Service). Secondo quanto è raccontato dal sito (www.freetalifahima.org) aggiornato da amici e volontari che seguono il suo percorso, pare che i problemi inizino da lì, dal GSS.
Nell'atto di imputazione c’è scritto che Tali Fahima ha tradotto a Zakaria A. Z., oggi il maggior ricercato dalla GSS ed unico personaggio sopravvissuto del film “I bambini di Arna” (il documentario per gli israeliani si è rivelato peggio di una bomba), un documento militare ultra segreto e molto importante, che faceva parte di un piano riservato dell'esercito israeliano per compiere un'operazione contro il campo di Jenin. L’accusa è di “sostegno al nemico in tempo di guerra”. È il reato più grave che esiste nel codice penale israeliano.
Tuttavia pare che questo documento, che circola anche in internet e che si può trovare ovunque, sia una fotografia di vent'anni fa di Zakaria A. Z. e di cinque suoi amici, fisicamente molto diversi da come sono adesso, sotto cui c'è scritto: “Wanted”.
Logico che i compagni di Tali Fahima si chiedano: “A parte il fatto che Tali non conosce l'arabo e Zakaria A. Z. non conosce bene l'ebraico, come si fa a dire che è stata tradotta una fotografia in arabo o in ebraico?”. Inoltre: “Come si sarebbe procurata questo documento militare ‘riservatissimo’?”.
È naturale farsi anche un'altra domanda: non sarà che la sua colpa è quella di aver lavorato come pacifista contro i muri, contro i check point, contro le barriere ideologiche, sociali, religiose che certa classe dirigente ha interesse a tenere ben alzate per propri interessi particolari?
G.S.
(2 settembre 2005)

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