Al Teatro Erba di Torino è in scena “Trappola per topi”, la celeberrima commedia di Agatha Christie che a Londra è rimasta appiccicata alle scene per quasi mezzo secolo ...
Martedi, 09/02/2010 - Intramontabile: mai aggettivo è stato più calzante di questo, attribuito a “Trappola per topi”. La celeberrima commedia, scritta da Agatha Christie nel 1952, a Londra è rimasta appiccicata alle scene per quasi mezzo secolo, quando Sir Wiston Churchill era primo Ministro in Inghilterra e Truman e Stalin erano ai vertici del potere. Rappresentato in 45 paesi e tradotto il 24 lingue, questo fenomeno della letteratura anche in Italia ha una tenuta così tenace da fare registrare per 12 stagioni consecutive il tutto esaurito a Torino, dove è stata prodotta da Torino spettacoli con la regia di Piero Nuti, anche protagonista insieme ad Adriana Innocenti.
La commedia, un giallo rinfrescato da folate di humour, è dotata di un meccanismo impeccabile di suspense fino all’epilogo che con sapienza prodigiosa riporta al loro posto le pedine impazzite di una scacchiera dove ogni mossa è studiata alla perfezione.
La storia è nota. In una pensioncina a conduzione familiare appena avviata da due giovani sposi arrivano uno dopo l’altro dei clienti che hanno risposto al loro primo annuncio. Non li stiamo a descrivere: Agata Christie è maestra nel definirne le caratteristiche dei suoi personaggi. Sta di fatto, che in quel luogo improvvisamente isolato e irraggiungibile per la neve e il gelo, si annuncia la possibilità di un delitto, o forse di due, misteriosamente collegati ad un altro consumato in precedenza in altra sede. Il primo misfatto avviene a luci spente sull’eco di una porta cigolante. Naturalmente tutti gli ospiti presenti hanno un fagottino di dettagli che potrebbero configurare un movente plausibile. Su ognuno dei clienti atterriti indaga un sergente della polizia, ultimo arrivato con gli sci ai piedi, causa maltempo…
Naturalmente tutto si appianerà con un colpo di scena clamoroso. Il responsabile sarà smascherato e i gli scagionati potranno trarre un sospiro di sollievo mentre la neve e il ghiaccio cominciano a sciogliersi dopo che il mistero ha fatto altrettanto.
La qualità di questo allestimento strutturato su un diabolico meccanismo teatrale deriva dalla vivacità del ritmo impresso dalla regia e dalla dimestichezza della piccola troupe teatrale con i ruoli assegnati. Gli otto attori sono tutti dotati di buone qualità, ma il lavoro funziona soprattutto grazie alla coppia Adriana Innocenti e Piero Nuti.
Lei, animata da un humour ammiccante e da uno spirito acuminato, con i suoi ottanta anni scoccati saetta in scena con la consueta bravura: il teatro per lei non ha segreti, è un piacere vederla e scrutarla e ascoltarla in ogni istante nei panni della signor Boyle. Con la sua arcigna petulanza, roteante il suo bastone e perennemente innervosita, offre una macchietta irresistibile. Lui, Piero Nuti, porta con eleganza il personaggio lievemente ambiguo e ammantato di internazionalità. Stefano Fiorillo interpreta un allampanato giovane nevrotico segnato dalla fragilità, Silvia Barbero un’imperscrutabile antipatica signorina che piena di arie. altri attori sono Luciano Caratto, Franco Vaccaro, Barbara Cinquatti, Domenico Berardi.
Se le cure quotidiane pesano, questo lavoro, che si irradia anche in altre città italiane, le alleggerisce con un paio d’ore di svago e di spensieratezza .
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