Ricordando Anna Lizzi - Numerose e sentite sono state le manifestazioni di cordoglio, di stima e di profondo affetto...
Barbara Mazzullo Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2008
Numerose e sentite sono state le manifestazioni di cordoglio, di stima e di profondo affetto in occasione della morte di Anna Lizzi: una donna che si è distinta per le sue doti di “straordinaria normalità” e che in anni difficili, quelli del primo dopoguerra, subito dopo la caduta del fascismo, di radicale ricostruzione politico-morale, ha saputo dare il suo fenomenale contributo ”rosa” dando voce alle donne, concorrendo a ridisegnare un mondo disgregato con quel pragmatismo femminile, scevro da tornaconti personali, che contraddistingue l’agire delle donne, nel loro ruolo di “custodia e cura affettiva” irrompendo in politica con una ventata di rinnovamento, vigore morale e sentimento che in questo momento appare sfuocato o disperso e che andrebbe certamente recuperato.
Questa donna “normale” ha insegnato a tutte noi donne a combattere con tenacia, caparbietà ed ostinazione per la conquista dei nostri diritti con la lucida consapevolezza che la questione femminile non è la questione di una categoria più o meno limitata ma “LA QUESTIONE” della tutela dei soggetti più deboli che si traduce nella tutela dei valori più elevati dell’umanità di uguaglianza e dignità dell’essere umano.
Questa donna “normale” ci ha insegnato che l’impegno per la tutela di tali valori non deve mai cessare e deve caratterizzare tutta la nostra vita senza soluzione di continuità;rispetto a tale impegno non si può mai andare in pensione né si può mai abbassare la guardia.
Lo spirito di abnegazione ed il carattere del tutto disinteressato del costante impegno sociale di Anna costituisce un’ulteriore elemento di specificità fondamentale dell’agire femminile lontano da quella concezione strumentale della politica come mezzo di conquista del “potere” fine a se stesso.
Per contro secondo l’insegnamento morale di donne normali come Anna la politica deve rappresentare un mero mezzo per la conquista di condizioni migliori per l’intero genere umano di cui le donne sono da sempre le maggiori protettrici.
Affinché il mezzo della politica non degeneri è bene ricordare che non ogni mezzo può giustificare il fine; ebbene tale rigore morale ha sempre caratterizzato l’azione politica di Anna che pur nel mutare dei tempi ha mantenuto salda la méta (“non mostrarci la méta senza la via. Che fini e mezzi sulla terra sono così frammisti, che a mutare uno si cambia l’altro. Ogni sentiero diverso fa intravedere altre méte.” Ferdinand Lassale, Franz von Sickingen)
Questa eredità che le donne del primo dopoguerra, dopo la lotta partigiana, ci hanno trasmesso non appare scalfita dopo oltre mezzo secolo.
Sono convinta che anche un evento molto triste come la morte di questa donna “normale” abbia avuto uno scopo: risvegliare le coscienze assopite di molte di noi che forse impegnate nel farci strada nella vita professionale tra le molteplici e quotidiane difficoltà sempre vigili nel non farci calpestare, nel non disperdere i diritti conquistati, si sono a volte distratte, confuse, avvilite e disilluse.
Certamente lei ci avrebbe spronate invitandoci a non demordere e a non perdere di vista la méta!
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