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La storia non si riscrive con i francobolli

La storia non si riscrive con i francobolli

Sventato il tentativo di fare, lo scorso 8 marzo, un annullo filatelico congiunto per i fracobolli della partigiana Marisa Rodano e dell'aderente alla Repubblica di Salò, Marilena Grill

Sabato, 15/03/2025 - Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy e Poste Italiane aveva deciso che in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale della donna, ci sarebbe stato l’annullo filatelico di due nuovi francobolli, uno dedicato a Marilena Grill, giovane studentessa aderente ala Repubblica di Salò fucilata dai partigiani, e l’altro a Marisa Rodano, partigiana nonché dirigente dell'UDI e dei movimenti delle donne, con ruoli istitutuzionali di rilievo ricoperti nel Parlamento italiano ed europeo.

Secondo il Ministero Marilena Grill era stata “vittima ad appena 16 anni della terribile guerra civile che ha sconvolto l’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale”. Ci risiamo con la storia della guerra civile e con la volontà di pacificazione nazionale messa in campo forzatamente dalla destra governativa di Fratelli d'Italia. Già lo scorso anno si assistette all’emissione di un francobollo dedicato a Giacomo Matteotti ed ad un altro commemorativo di Italo Toschi, un protagonista dello squadrismo fascista che ebbe a complimentarsi per l'assassinio di Giacomo Matteotti.

Qualche giorno fa Augusto Montaruli, presidente della sezione torinese dell’Anpi, ha condannato la dedica del francobollo a Marilena Grill,
“Sul fatto in sé, quindi sull’uccisione di questa ragazza, la solidarietà deve essere umana. Ma non può mai essere politica”. Appare evidente l’ennesima strumentalizzazione di una tragedia umana, nel tentativo di legittimare la posizione politica dei repubblichini di Salò. Ha ben ragione Augusto Montaruli, quando rimarca che “Così come accade per le Foibe: una tragedia chiaramente usata per dire che da una parte c’erano i Campi di Sterminio, dall’altra le Foibe. Si mette tutto sullo stesso piano, con il pericolo che si annichilisca la storia”.

Soprattutto mentre ci avviciniamo all’80esimo anniversario della Liberazione, l’occasione giusta per puntare i riflettori sulla Resistenza quale capitolo fondamentale della storia italiana per la costruzione della nostra democrazia. Un capitolo oggetto di interpretazioni diverse, di esaltazioni acritiche, ma anche di tentativi di sminuirne il significato, soprattutto da parte di coloro che il fascismo non l’hanno mai ripudiato, anche se di questa democrazia godono i vantaggi, tanto da esserne alla guida, adesso. Con l’ulteriore tentativo di fare intendere per l’ennesima volta la Resistenza quale una guerra civile, come se fosse stata un conflitto fratricida tra italiani, che indubbiamente ci fu ma ne rappresentò un carattere secondario.

La Resistenza fu soprattutto una scelta di campo nello scontro mondiale tra due concezioni della convivenza umana, quelle degli Stati europei e statunitensi contro i regimi totalitari italiani e tedeschi. Le violenze, il ricorso sistematico alla tortura, le orrende stragi, di cui si erano macchiati i nazisti e i fascisti, furono primariamente responsabili della rabbia che si era accumulata negli animi e che poi si manifestò nella violenza della lotta partigiana. Un famoso partigiano Ermanno Gorrieri soleva dire che “I fascisti non hanno titolo per fare le vittime”, omaggiando di contro la lotta partigiana, “Con le sue luci e le sue ombre, la Resistenza fu portatrice di una carica innovatrice tesa a gettare le basi di una società più libera e più giusta. Nonostante i contrasti e i conflitti, la comune partecipazione alla Resistenza aprì la strada al confronto e all’incontro di culture diverse nell’elaborazione della Costituzione”.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sembra che, invece, voglia porre sullo stesso piano le fazioni in lotta nel periodo che dal settembre 1943 conduce fino ai momenti successivi alla Liberazione, come a parificare opposti modi di convivenza civile. La scelta dell’annullo filatelico dei francobolli dedicati a Marilena Grill e a Giulia Rodano per l’8 marzo, deciso lo scorso novembre dal suddetto ministero, pare rispondere a tale logica. Contro questa forzatura ferma e netta è stata la protesta anche di Giulia, figlia di Marisa Rodano, una diffusa disapprovazione ha fatto sì che le date dell'annullo fossero diverse, il 7 marzo a Torino per il francobollo dedicato a Marilena Grill e l'8 marzo a Roma per quello commemorativo dell'altro.

Giulia Rodano a nome della famiglia ha rimarcato che “L’Anpi ha protestato intravedendo giustamente nella lista dei francobolli la solita operazione di revisionismo storico. Per parte mia sono veramente dispiaciuta e indignata, anche a nome della famiglia, che si siano usati il nome e la memoria di mia madre, Marisa Rodano, per l’ennesimo tentativo di riscrittura della storia da parte della destra, di mettere sullo stesso piano chi combatté il fascismo e il nazismo e chi, invece, quella scelta non fece. Di un ricordo così, mia madre avrebbe fatto certamente a meno”. Ed anche chi crede fermamente che i partigiani non possano parificarsi ai repubblichini di Salò. 

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