Mercoledi, 24/01/2018 - Come può un libro trasformarsi in uno spettacolo teatrale completo, capace di divertire lo spettatore, commuovendolo quando cala il sipario?
Il segreto è sia nel testo magnifico di Massimo Carlotto caratterizzato da un forte impianto teatrale, che nell‘ interpretazione vivace e intensa di Pamela Villoresi e Claudio Casadio i quali portano in scena questa pièce per la terza stagione, dopo un anno di pausa. I due attori tornano nei panni di Lise e Adelmo, diretti da un regista sensibile e attento come Francesco Zecca.
L’autore di questa straordinaria storia, spiega il passaggio dal genere noir alla commedia nera, per raccontare il mondo che a un’ex croupier disarmata come la tedesca e fascinosa Lise, non deve più nulla e ad Adelmo un uomo semplice ridotto a fare il ladro per necessità, deve tutto e lui vuole prendersi ciò che la vita ha ancora da offrirgli.
Un ladro come quello descritto, Carlotto dice di averlo conosciuto veramente e di aver guardato insieme quella finestra aperta, che ispira la vicenda de Il Mondo non mi deve nulla.
La vita che sta vivendo in fondo, non è quella che Adelmo ha scelto e ad aprirgli gli occhi è Lise prima di congedarsi da quest’esistenza e se decide di andarsene è perché ha perso tutto quello per cui valga la pena di vivere.
C’è poesia nella disperazione della croupier sola e confinata nell’elegante casa a Rimini, dopo aver viaggiato sulle navi da crociera, la cui finestra spalancata colpisce un ladro che medita il colpaccio più per placare le polemiche della compagna che altro.
Una pioggia di stelle e fiori, una luna piena sorridente, compaiono sulla scena per descrivere gli stati d’animo dei protagonisti che mutano con il mutare delle stagioni.
Una scenografia originale e intima al tempo stesso, una regia essenziale e impeccabile e la sintonia emanata dalla coppia artistica formata dalla carismatica e spiritosa Pamela e dal coinvolgente Claudio, rendono la pièce che ha debuttato il 23 gennaio al teatro Golden, una perla da ammirare e custodire e che sarà in scena fino all’11 febbraio 2018, in quello che ho definito il salotto teatrale della Capitale.
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