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La storia di Lorenzo

La storia di Lorenzo

Siracusa / Violenza - Mi sono mancati tanti Natali ...

Raffaella Mauceri Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2007

Lorenzo ha 17 anni e fa il meccanico. Guadagna 100 euro a settimana, ma un giorno spera di avere un'officina tutta sua. Due anni fa i suoi genitori si sono separati: “Mio padre era un animale – dice - Picchiava la mamma, la massacrava. E se cercavo di difenderla, picchiava anche me. Alla fine, un giorno, i vicini di casa lo hanno denunziato e così mia madre è stata costretta a dire alla polizia chi la riempiva di lividi e perché aveva le costole rotte. Poi qualcuno l’ha indirizzata al Centro antiviolenza dell’Asl dove ha trovato tutto: avvocate, psicologhe, dottoresse che l’hanno assistito come una sorella. Adesso sta molto meglio”.
Lorenzo vive in un quartiere popolare che non conosce ancora molto bene perché ci abita da poco. I suoi amici sono giovani lavoratori che come lui si sono fermati alla scuola media perché a casa c’era bisogno di soldi per vivere. Lavorano tutta la settimana e il sabato sera escono, si fanno le canne e bevono qualche bicchiere in più: ragazzi ‘normali’, niente di che.
Certo, Lorenzo avrebbe preferito prendere un diploma, ma quando suo padre fu arrestato per minacce e violenza privata, c’era ben altro da fare che andare a scuola come i signorini che magari la snobbano e non studiano. Adesso è un ragazzo o un adulto?
“Non so – dice – So che lavoro, mi mantengo, porto soldi a casa, fumo, faccio l'amore, esco e rientro quando mi pare. Sì, sono un adulto. L'adolescenza mi sa che l'ho saltata, pazienza. Certe volte però, quando in televisione vedo scene di famiglie unite e padri che aiutano i figli, mi viene un nodo alla gola e le lacrime mi scendono da sole….
Mi sono mancati tanti Natali da festeggiare, mi sono mancate le torte di compleanno. Mi è mancato sentire un "bravo" da mio padre. Da lui ho preso solo botte da orbi e parolacce. Dio solo sa quanti pugni, cinghiate e calci nella schiena mi ha dato. E se gli rispondevo a tono le prendevo ancora più forte. Quando avevo 11 anni, approfittando del suo totale disinteresse per me, un suo vecchio zio mi molestò. Glielo dissi sperando che finalmente mi difendesse. Macché! Mi tempestò di schiaffi e mi disse che ero un maledetto frocio perchè suo zio era un galantuomo sposato con figli e il marcio ero io. Lo so che tanti altri ragazzi vivono la mia stessa condizione. Anzi, ci sono giri dove la violenza è un passaporto. A volte penso che il mio destino è segnato: farò una rapina, sarò ucciso dalla polizia… Altre volte mi sento solo sfortunato, invidio i ragazzi che non hanno vissuto quello che è capitato a me e mi arrabbio con il mondo intero. La violenza è una legge in tutto il mondo, non risparmia nessuno, anzi si accanisce soprattutto sulle donne e sui bambini. Dicono che si cerca di bloccarla, ma sono tutte chiacchiere. Il mondo è pieno di gente stupida e marcia. Le assistenti del tribunale, per esempio, volevano affidarmi ad un’altra famiglia e non capivano che avevo bisogno di mia madre e lei di me”. "E adesso che cosa vedi nel tuo futuro?". “Nuvole”.

*Presidente Centro antiviolenza Le Nereidi – tel. 0931.492752 - Siracusa
(14 gennaio 2007)

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