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La stanza segreta della violenza sull'infanzia

La stanza segreta della violenza sull'infanzia

Donne Impresa - L'attenzione di COnfartigianato su un problema delicato e non risolto

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2006

L’assassinio di Tommy, un crimine che “mozza il fiato” come ha affermato il Presidente della Repubblica, Ciampi, pone ancora una volta il problema profondo ed irrisolto della violenza sui minori che sembra stia divenendo, con sempre maggiore frequenza una scomoda compagna di viaggio, difficile da rimuovere dalle nostre esistenze perché, non dimentichiamolo, non è solo opera di una banda di balordi che, in una sera di primavera, massacrano un bambino ma spesso, e quasi sempre, questo crimine avviene nell’ ambito della famiglia.
L’Italia è fra i Paesi firmatari della Convenzione di New York sui diritti del Bambino, al momento non ancora sottoscritta da Stati Uniti e Somalia, che stabilisce norme basilari per la difesa dell’infanzia ed in applicazione della quale il nostro Paese ha emanato importanti atti normativi quale la Legge n.269 del 1998 che vieta lo sfruttamento sessuale, la pornografia ed il traffico dei minori e recentemente l’importante legge sull’affido congiunto, che dovrebbe mettere fine a tanti episodi di violenza psicologica riconoscendo il bambino come particolare soggetto di diritto.
Ma le normative non sono certamente sufficienti se la società civile non è ancora in grado di introiettare e fare propri modelli di comportamento che escludono la violenza sull’infanzia e che riconoscono il bambino un bene prezioso, non solo a parole, per il futuro di tutta l’umanità.
La violenza è qualcosa di poliedrico, a volte insidiosamente sottile, e può e deve essere prevenuta proprio nelle forme più recondite (ad es. le percosse e gli insulti) che divenendo costume minano il principio stesso di non violenza.
Donne Impresa già nel 1998, in un Convegno Nazionale, ha affrontato queste problematiche sottolineando l’importanza di un dibattito non spettacolarizzato ma educativo che coinvolga l’intera società in un progetto in cui il bambino sia il punto focale ed in cui i genitori possano acquisire una maggiore consapevolezza del loro ruolo e delle responsabilità che ne derivano, nell’ottica di un percorso che renda tutti più consapevoli delle reali specificità dell’infanzia e del rispetto che tutti dobbiamo ai bambini.
Fra qualche giorno le luci si spegneranno anche su Tommy: a noi resta quello che definirei una sorta di “mandato” a lavorare per abbattere la “stanza segreta” della violenza domestica su cui, verosimilmente, possiamo costruire la speranza di non riaccendere più le luci di una ribalta così angosciosa.
(17 maggio 2006)



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