Lunedi, 08/07/2013 - La sindaca di Monasterace Maria Carmela Lanzetta si è dimessa. Il motivo è stato il voto contrario di un assessore della sua giunta alla ratifica di una delibera già approvata, con la quale il comune di Monasterace si costituiva parte civile contro un dipendente comunale e ad altri “soggetti indagati” per ottenere un risarcimento danni. Ma soprattutto per dare in modo inequivocabile il totale appoggio alla legalità. Tutto questo non è stato possibile, in una terra già ferocemente colpita dalla ‘ndrangheta, la sindaca Lanzetta è un faro per tutti per legalità e onestà, non sono bastati i colpi di pistola alla sua macchina a farla dimettere né la farmacia incendiata. Ma il colpo netto della politica, che ha continuato a minare in modo continuo la sua giunta. Ora impossibile darle torto. Il voto contrario dell’assessore della sua giunta, già rimpastata altre volte, giunta che avrebbe potuto licenziarlo, ha dato colpo di grazia ad una situazione criticissima sin dal suo insediamento.
Questa è la dimostrazione netta di come si possono fiaccare le forze vitali di questo paese, senza usare colpi di kalashnikov.
Questo il testo della lettera aperta alla Presidente della Camera Laura Boldrini che avrebbe ospitato il 12 luglio
Il giorno 12 luglio l’Amministrazione Comunale di Monasterace avrebbe avuto il grandissimo privilegio di ricevere la Presidente Boldrini per un incontro con i Cittadini del Comune e del Comprensorio locrideo.
Purtroppo si è verificata una circostanza amministrativa inattesa che mi costringe a rassegnare le dimissioni dalla carica di Sindaco.
Dimissioni di cui ho informato l’Ufficio Stampa della Presidenza per correttezza istituzionale.
Ho avuto il piacere e l’onore di essere ricevuta dalla Presidente alla Camera dei Deputati, insieme ai Sindaci Elisabetta Tripodi e Gianni Speranza. Nell’occasione abbiamo potuto esprimere le preoccupazioni per le difficoltà finanziarie che incontrano i Sindaci dei piccoli Comuni anche per le intimidazioni che subiscono e, soprattutto, per le condizioni disagiate del lavoro in Calabria che riguarda gli uomini, le donne e i giovani calabresi.
In particolare ho potuto e voluto esprimere le condizioni difficili che stanno attraversando le lavoratrici delle serre florovivaistiche, i cui terreni sono stati concessi con diritto di superficie per 66 anni dal Comune di Monasterace ad aziende private.
Preoccupazioni che legano in maniera indissolubile Lavoro/Donne/Legalità/Rispetto delle Regole.
Di questo avremmo parlato con la Presidente il 12 luglio presso il giardino del Museo Archeologico.
A tale discussione sarebbero intervenuti donne dei sindacati, della confcommercio Calabria, delle cooperative sociali, del giornalismo, dell’Imprenditoria della Locride, delle Serre di Monasterace, dei precari della pubblica amministrazione e del sociale; con inviti rivolti anche a uomini e donne delle istituzioni e della chiesa.
Rinunciare a questo incontro, già in fase organizzativa avanzata, è per me una vera sofferenza umana e amministrativa; ma l’esigenza di non derogare alla coerenza personale di valutazioni istituzionali indirizzate a tenere la schiena dritta per tutelare il nome del mio Comune e della mia Amministrazione, mi hanno convinta a fare una scelta dolorosa ma necessaria, di cui Lei, gentile Presidente, sono sicura che capirà le ragioni.
Sono le ragioni dei principi che stanno alla base della mia esistenza umana, professionale e amministrativa: lavoro, giustizia sociale, cultura e rispetto dell’uomo e della donna in quanto tali. Principi che ho appreso dai miei genitori e da molti uomini e donne che hanno sacrificato sacrificati la loro vita per rispettare i principi su cui avevano fondato la loro esistenza. Purtroppo queste scelte, quando non vengono comprese, conducono anche a perdere le amicizie di una vita e al peso della solitudine, ma sono il pilastro su cui è possibile poggiarsi per conservare la Libertà del proprio agire umano e amministrativo.
L’Italia è stata ed è ricca di figure che hanno illuminato e illuminano la sua Storia.
E’ necessario una svolta profonda, che è soprattutto culturale, per valorizzare le tantissime Persone coerenti, coraggiose e solidali che operano spesso e volentieri mettendo in gioco se stessi, in termini di impegno civile e, a volte, anche economico, per raggiungere l’obiettivo del Bene Comune.
Grazie ancora Presidente. Spero comunque di poterLa incontrare al più presto.
Maria Carmela Lanzetta”.
Questa invece la lettera ufficiale di dimissioni, inviata tra gli altri al Prefetto della provincia di Reggio Calabria.
Oggetto: dimissioni
La sottoscritta Maria C. Lanzetta, in qualità di Sindaco di Monasterace, rassegna le proprie dimissioni per il voto negativo dichiarato da un assessore della Giunta Comunale con riferimento alla delibera n. 60, del 04 luglio 2013, riguardo la costituzione di parte civile nel procedimento penale n. N. 1025/12 R.G.N.R. e N. 269/13 R.G.I.P.
Infatti, richiamata la propria precedente Deliberazione n. 34 del 16.04.2013, esecutiva ai sensi di legge, con la quale questo Ente si era costituito parte civile nel procedimento citato nei confronti di un dipendente comunale, e considerando che nel detto procedimento vi sono altri soggetti indagati, l’Ente Comunale riteneva opportuno estendere la costituzione di parte civile anche nei confronti di detti soggetti, al fine di ottenere il risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali derivanti dalla commissione dei reati.
Il voto negativo ha provocato un vulnus politico-amministrativo rispetto alle linee guida presenti e future sulla legalità e sul rispetto delle regole che la sindacatura della sottoscritta ha sempre posto come principio di riferimento per qualsiasi azione intrapresa dal e per il Comune di Monasterace.
Rassegno quindi le mie dimissioni perché avrei molte difficoltà personali ad amministrare il comune sulla base di questa vulnerabilità.
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