Riflessioni di Costanza Porro e Sabrina Galasso a parire dall'antologia 'La città dei libri e delle emozioni'
La scuola "fa scuola" come dice Marina Morelli nel suo articolo. Ed è una sacrosanta verità. La scuola "fa scuola" quando ha risorse, strumenti e docenti competenti. La scuola in generale, e oggi in particolare, non può contare sull'approssimazione ed improvvisazione ma sulla professionalità e sulla scientificità di metodologie didattiche. Un esempio che ci conforta è l'antologia "La città dei libri e delle emozioni" edita da Deascuola. Questo testo si avvale di un importante riconoscimento secondo i principi del Design Universal for Learning che la dichiara inclusiva nella progettazione dei materiali e dei percorsi didattici come prima e unica antologia italiana. Quali caratteristiche la rendono tale? La varietà dei linguaggi, iconici, visuali, multimediali, digitale. Un approccio metodologico globale con strategie didattiche molteplici. É un'antologia non semplice né semplificata ma inclusiva attraverso una vera cassetta degli attrezzi adatta a tutti. Come in una orchestra ognuno suona il proprio strumento realizzando una musica armoniosa così ogni alunno utilizza gli strumenti più adatti a ciascuno raggiungendo comunque gli obiettivi prefissati. Il testo è unico, uguale per tutti senza discriminazioni garantendo un clima di benessere per tutti e per ciascuno.
L'insegnante è un facilitatore, una guida, una risorsa e non colui "che affanna e che consola". Al centro del processo di apprendimento c'è l'alunno che costruisce insieme, in una vera comunità, il suo percorso di apprendimento da protagonista. Anche il setting ha la sua rilevanza, la disposizione dei banchi fa la differenza. Genera collaborazione, vicinanza, condivisione. Basterebbe aggiungere alcuni espedienti tecnici a questa antologia, come spiegare le immagini, per essere adatta ad alunni in difficoltà o con disabilità lievi. Attraverso, infatti, accorgimenti tecnici e tecnologici, metodologie mirate ed efficaci e competenze è possibile raggiungere una vera inclusione. La scuola può e deve "fare scuola".
Costanza Porro e Sabrina Galasso
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