La scuola digitale: la didattica si modernizza e segue le esigenze della società dell’inform
L'innovazione digitale rappresenta per la scuola, l'opportunità di superare il concetto tradizionale di classe, creando uno spazio di apprendimento aperto sul mondo.
Mercoledi, 10/04/2013 - L'innovazione digitale rappresenta per la scuola, l'opportunità di superare il concetto tradizionale di classe, creando uno spazio di apprendimento aperto sul mondo, nel quale costruire il senso di cittadinanza e realizzare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, ed inoltre rappresenta anche una delle priorità di “Europa 2020”. La strategia Europa 2020 punta a rilanciare l'economia dell'UE nel prossimo decennio. In pratica, l'Unione si è posta cinque ambiziosi obiettivi – in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale e clima/energia – da raggiungere entro il 2020. Ogni Stato membro ha adottato per ciascuno di questi settori i propri obiettivi nazionali. Interventi concreti a livello europeo e nazionale vanno a consolidare la strategia.
I programmi del MIUR di prima generazione, attraverso i quali il mondo della scuola si è avvicinata all’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione si trasformano gradualmente in una dimensione nella quale la tecnologia si integra nella didattica di classe. La classe si trasforma e diventa un laboratorio dove sperimentare e crescere. All'interno del decreto Crescita 2.0 (ex Digitalia), tra le altre cose, è previsto che, tutte le scuole superiori e poi alle scuole primarie e secondarie, debbano utilizzare testi di studio in formato digitale o misto, obbligando la scuola all’acquisto di tablet per le famiglie disagiate. Il risparmio complessivo per il sistema scolastico che il piano di digitalizzazione può garantire è di notevole entità. La pianificazione dovrebbe tener conto del fatto che a livello nazionale ed internazionale la trasformazione digitale che sta coinvolgendo in modo rilevante anche la scuola, è ormai un processo inarrestabile e che di conseguenza, è necessario perseguire la complementarietà degli interventi dei programmi regionali con quelli nazionali attraverso un’attività costante di condivisione e concertazione. In particolare, si punta a modificare gli ambienti di apprendimento in modo da renderli adeguati alle esigenze della società dell’informazione e della comunicazione, a favorire la trasformazione del modello organizzativo e didattico promuovendo ruoli attivi degli studenti in modo da garantire il processo di costruzione delle competenze superando i parametri tradizionali di organizzazione dello spazio e del tempo a scuola e a casa, a garantire, attraverso le Tecnologie Informazione e Comunicazione, la piena funzionalità delle scuole e l’utilizzo dei servizi e soprattutto dei contenuti digitali nella didattica. Bisogna ricordare come i più moderni modelli pedagogici vedano l’Ict come uno strumento utile a potenziare la didattica tradizionale, con il ruolo dell’insegnante estremamente delicato nell’ambito del processo di trasformazione delle azioni di apprendimento. Dunque occorre fare necessariamente riferimento ad un concetto oggi troppo spesso sottovalutato ed al contrario chiave di lettura di tutto il processo di digitalizzazione della scuola italiana ed europea: quello di cultura digitale. Solo un approccio culturale sarà in grado di radicare una serie di competenze oggi espresse solo in parte e nello stesso tempo, un utilizzo consapevole e strutturato delle nuove tecnologie. Arriviamo così ad una valorizzazione dell’apprendimento informale, quale fattore chiave nello sviluppo della cultura digitale. La sfida più importante è quella di superare le resistenze culturali, vi è la necessità che il cambiamento parta dalla scuola e trovi lì il luogo di maggiore espressione della rivoluzione culturale di cui abbiamo bisogno. Una scuola vista come area di investimento per lo sviluppo del Paese, in stretta connessione con quanto si vuole realizzare in ambito di sviluppo economico, sociale, di governo e partecipazione.
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