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LA SCOMPARSA di RITA LEVI MONTALCINI

LA SCOMPARSA di RITA LEVI MONTALCINI

«Il corpo faccia quel che vuole, io non sono il corpo, io sono la mente».

Martedi, 01/01/2013 - LA SCOMPARSA di RITA LEVI MONTALCINI



di Maria Cristina NASCOSI SANDRI





«Il corpo faccia quel che vuole, io non sono il corpo, io sono la mente».



Una frase che non ha bisogno di alcun commento.

La scomparsa a 103 anni di Rita Levi Montalcini, grande scienziata e grande donna, lascia un vuoto incolmabile nella nostra società odierna.

La sua intelligenza andava pari passo con la sua sensibilità di essere umano, di donna, ma senza invadenza o saccenza, così, ‘semplicemente’, come solo le grandi anime ‘sanno’ essere:

Non serve parlare per lei di proto-femminismo o di difesa dei diritti delle donne: era connaturato nel suo esistere, nel suo essere, l’occuparsi di altri e di ‘altre donne’ e a che livelli.

E tutto è stato da lei portato avanti fino alla sera prima, si può dire: si sentiva in dovere, usava dire, di mettersi al servizio dell’umanità, del suo possibile e migliorabile benessere, difesa dell’ambiente o, per l’appunto, emancipazione di essere vivente che fosse.

Un’altra affermazione, non sua, ma che le si attaglia perfettamente, ben sarebbe: "Homo sum, nihil humani mihi alienum puto, Sono un essere umano, non ritengo a me estraneo nulla di ciò che appartiene all’essere uomo e donna": una frase di Publio Terenzio Afro, drammaturgo della classicità latina vissuto più di un secolo e mezzo prima di Gesù Cristo, ed anche questo la dice lunga.

Di origine ebraica sefardita, era figlia di Adamo Levi, ingegnere elettrotecnico e matematico, e di Adele Montalcini, pittrice come lo fu Paola, gemella di Rita.

Scelse, con il permesso del padre, persona aperta e molto evoluta per i tempi, gli studi che preferiva – ricorda un po’ la vicenda di Yentl, un vecchio film con Barbra Streisand, in cui alle donne ebraiche non era permesso di acculturarsi, né, tantomeno, di studiare e discutere il Talmud, le Sacre Scritture.

Dopo aver seguìto medicina a Torino, a 20 anni entrò alla scuola dell’istologo Giuseppe Levi e iniziò gli studi sul sistema nervoso, proseguiti per tutta la vita.

Nel 1936 si laureò e due anni dopo dovette emigrare in Belgio a causa delle stupide e tremende leggi razziali - le stesse che avevano allontanato il ferrarese Giorgio Bassani dagli incarichi pubblici di docente.

Negli anni Cinquanta le sue ricerche la portaron a scoprire ed identificare l’NGF, the Nerve Growth Factor, il fattore di crescita delle fibre nervose per cui ricevette il premio Nobel per la Medicina.

Fu membro di prestigiose Accademie Scientifiche Internazionali quali del Lincei, la National Academy of Sciences degli USA e la Royal Society britannica.

Nel 2001 venne nominata senatrice a vita da Ciampi.

Moltissimi ancora i riconoscimenti: tre lauree ad honorem, ad Uppsala in Svezia, a Weizmann Rehovot, in Israele ed a St. Mary in USA.

Vinse il premio internazionale Saint Vincent, il Feltrinelli ed il “A. Lasker” per la ricerca medica e fu la prima donna ad esser ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze.

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