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La scelta di Emma

La scelta di Emma

Tabù - “La libertà politica comincia là dove, nella maggioranza della popolazione, la persona singola si sente responsabile per la politica della sua comunità” Karl Jaspers

Emanuela Irace Lunedi, 15/03/2010 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Marzo 2010

L’attaccamento alle radici è sempre reazionario. “Conserviamo” per non confonderci con l’ignoto. Con il non conosciuto. Con una serie di novità che obbligherebbero pensieri e pratiche a ri-tararsi su un sistema di abitudini ancora da sperimentare. L’incapacità ad accettare il cambiamento, nel pubblico come nel privato, è sintomo di crisi. Ma è attraverso le crisi che si forma l’identità di un sistema sociale o di un individuo. La crescita avviene nel dolore, nell’obbligatorietà di compiere una scelta. Avviene nella “disubbidienza”, intesa come capacità adulta di staccarsi dal padre o coraggio materno di mettere al mondo un nuovo ordine di pensiero. Quando tutto traballa, e si è costretti a pensare, per inventare soluzioni, ecco che nasce un nuovo paradigma. In apparenza, quello che sta avvenendo nel Lazio, appare rivoluzionario. Per la prima volta nella storia politica ed elettorale del nostro paese sarà una donna a salire al vertice della seconda regione d’Italia. Scompaginando regole e annullando tradizioni. Un paradigma fondato sul Genere femminile - come nella sfida politica, Bonino-Polverini - mostra un carattere altamente salvifico. La comunicazione passa attraverso i simboli e questo è certamente tra i più forti. Cronaca e storia però, sono tappezzate di bieche performance femminili, che nulla hanno da invidiare agli scandali dei maschi. Sappiamo torturare e rubare come loro. Ricattiamo e ci lasciamo corrompere. Sciolto dunque il nodo che l’opzione rosa, sembrerebbe apportare nel Lazio, resta la sostanza di una scelta politica fondata non sul genere ma sull’autonomia e le capacità personali. La scelta di Emma si fonda sul coraggio di recidere radici mantenendosi leali. Sulla capacità di inventare soluzioni nuove a scapito di se stessi. Sull’assunzione di responsabilità concrete. Sull’etica personale di chi in politica ci ha sempre messo la faccia. In un’ottica di supplenza che le Regioni sono spesso portate a fare, dalla sanità alle politiche sociali, lo stile Bonino può diventare nuovo modello di comportamento morale nella gestione della cosa pubblica. Vittoria delle competenze sulle tattiche di potere. Capacità di affrontare il cambiamento e uscire dalla crisi, contro una politica agonizzante e collusa, che riproponendo gli stessi centri di interesse, cerca solamente di salvare se stessa.



(marzo 2010)

 

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