In questi tempi durissimi di gossip e fatti internazionali molto gravi, il Festival avrebbe dovuto restituire quel senso del ritmo, di bellezza, e spiritualità che solo l’Arte riesce a proporre, per rendere la vita dell’essere umano più creativa e libera da pesanti condizionamenti. Roberto Benigni, come sempre, ha donato tramite la sua originalissima profondità d’animo quella dignità più volte calpestata da un potere deviante in tutti i sensi. Così hanno tentato di fare un paio di cantanti con le loro composizioni.
La freschezza adolescenziale di Morandi, invece, si è oscurata e irrigidita di fronte a banalissimi schemi di regime: tutti, tra l'altro, come soldatini a riposo, con braccia conserte o dietro le spalle o in tasca, contravvenendo così alle più elementari regole di postura per bravi protagonisti di spettacolo. C’è da chiedersi poi quali modelli siano passati attraverso la cosiddetta “sensualità” delle due donne… e le gaffe dei due mediaset-comici, che hanno iniziato ad offendere senza riserve proprio tutti, dallo scenografo (noto nel mondo per l'originalità, professionalità e raffinatezza) ai politici, eccetto il loro unico modello di riferimento! Ad un certo punto l’omofobia è regnata sovrana nella banalità della satira, che mai come ora aveva toccato e offeso la dignità della persona, omologandosi a quel condizionamento operante che da anni penetra in modo manifesto e strisciante attraverso alcune reti televisive. Il Festival, alla stregua di alcuni TG dello stesso canale, ci ha ricordato che la gestione forse è un’altra rispetto a quella statale...
Allora non ci resta che prenderne atto e far cadere l’indice di ascolto, perché è l’unico potere che ci è rimasto in questa paradossale prova di destino di popolo!
Boicottiamo l’ultima serata di Festival, è un modo per far sentire il nostro dissenso, il dissenso di donne libere da questi ossessivi strumenti di torture intellettuali e psicologiche.
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