LA RIVOLUZIONE PARITARIA DELLA TOPONOMASTICA FEMMINILE
L'importanza di Toponomastica Femminile e del recente concorso scolastico "Sulle vie della parità" (iniziative di M. Pia Ercolini) e il ruolo della scuola per la formazione di una corretta coscienza paritaria e combattere i pregiudizi se
Lunedi, 30/06/2014 - LA RIVOLUZIONE PARITARIA DELLA TOPONOMASTICA FEMMINILE
La toponomastica è l’evidente specchio di una società storicamente “sessista”, dominata dall’uomo con la donna in una posizione di inferiorità e spesso di emarginazione. È ben noto l’esempio della storia, in cui tutti gli eventi risultano opera di uomini, a fronte di rare comparse femminili; quasi una “damnatio memoriae”, che nel giro di poche generazioni fa perdere le tracce anche di figure significative e questo a seguito sì della tradizionale trasmissione patronimica, ma non solo. E che dire di quelle che compaiono perché al fianco di un “grande” uomo, la cui presenza ingombrante annulla la loro identità, come il celeberrimo esempio di Anita Garibaldi (e non Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva, suo vero nome)? Allo stesso modo lo scorrere gli stradari delle nostre città può confermare la scarsa presenza di donne nelle intestazioni di vie e piazze, ancora troppo poche, nonostante negli ultimi anni sembra si sia avviata una certa compensazione, visto che il vuoto da colmare è enorme e la distanza da raggiungere così lontana. Una volta tanto l’Italia è unita, da nord a sud, dalla stessa percentuale irrisoria dell’indice di femminizzazione delle intitolazioni, che oscilla mediamente dal 5 al 7 %, secondo i dati di Toponomastica Femminile.
Se i nomi sulle vie e sulle piazze dovrebbero servire a tramandare il ricordo e gli insegnamenti del passato insieme alla cultura di un popolo, non può che essere condivisibile la preoccupazione che le giovani generazioni subiscano un’educazione deformata, a proposito delle pari opportunità, con il rischio del persistere in loro, e quindi anche nel nostro futuro che essi rappresentano, di ideologie e comportamenti discutibili e devianti, che possono anche sfociare in atti criminosi, di cui purtroppo la cronaca ci riporta frequente notizia. Ed è ormai evidente, dai vari episodi, che non si tratta di ignoranza o scarsa istruzione, di ceto sociale indigente, di immigrati con un’altra mentalità rispetto alla nostra: la violenza di genere ed atteggiamenti esclusivisti nei confronti delle donne si manifestano dovunque portando alla luce pregiudizi sessisti non ancora risolti.
Ecco dunque che sensibilizzare istituzioni e persone comuni all’esigenza di un allargamento della toponomastica a figure femminili esemplari, di cui ogni territorio è sicuramente ricco, può essere già un efficace avvio verso una soluzione. Straordinaria l’intuizione della professoressa Maria Pia Ercolini a proposito della rivalutazione della toponomastica femminile come uno dei punti di partenza, per superare questo gap, da perseguire attraverso varie iniziative: dall’invito alle amministrazioni locali a dedicare più luoghi pubblici alle donne, al coinvolgimento delle scuole in attività di riscoperta e valorizzazione di figure femminili altrimenti dimenticate, alla sensibilizzazione dell’opinione comune sulla necessità di una odonomastica equilibrata per una società veramente paritaria.
In questo il ruolo della scuola, a cui è demandata la formazione delle persone di domani, diventa basilare, poiché anche la famiglia, primo fulcro educativo dell’essere umano, non è indenne dagli stereotipi deformanti del passato. Quindi, per spezzare questa catena, è necessario rimuovere alla radice qualsiasi atteggiamento o preconcetto misogino e sessista, a partire dal messaggio deviante di una società che continua a proporre una preponderanza di modelli maschili, a fronte di una forte carenza di quelli femminili, quando questi ultimi non scadono nell’immaginario comune di una posizione subalterna.
Ben vengano quindi iniziative come il concorso scolastico nazionale “Sulle vie della parità”, creatura di Maria Pia Ercolini con Finism, che ha indotto tanti studenti accompagnati dai loro insegnanti ad indagare nel territorio, riportando alla luce nomi ed esempi femminili degni di essere recuperati e riproposti alla collettività con un’intitolazione pubblica. Del resto, la grande risposta al recente concorso è un ulteriore riscontro della forza di questo progetto e della sua non più procrastinabile attuazione, sperando che si ripeta anche nei prossimi anni.
Il lungo cammino verso la parità passa anche attraverso la via di una rivalutazione della Toponomastica Femminile. E non deve spaventare o disorientare il traguardo lontano, i tanti ostacoli in itinere o l’enorme dislivello da colmare. L’importante è … mettersi in viaggio, anzi, nel rispetto del genere femminile, “in strada”.
Rosanna Beccari – docente di Lettere e Latino al Liceo Scientifico Statale di Rovigo e referente per Rovigo e provincia di Toponomastica femminile.
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