Mercoledi, 19/10/2011 - Un nuovo lavoro dedicato ad una tra le più fragili eroine classiche. Elisabetta Pozzi è la protagonista di una drammaturgia che esprime, attraverso il mito di Cassandra, la consapevolezza "solitaria" del percepire l'imminente, quasi una empatia universale, in cui la tragedia non è quanto avviene, ma l' "impotenza" a comunicarlo. Una messa in scena che prosegue l'esperienza di "Sorelle di Sangue – Crisotemi" e che si caratterizza per l'uso di diversi codici espressivi, la musica, la danza e la parola per restituire una lirica del tragico, scarna ed essenziale, in cui la contemporaneità "passa" attraverso l'interprete che si fa significato del presente.
Parlaci del legame tra passato e futuro.
Se conosci il tuo passato e hai il coraggio di vedere le condizioni del presente, allora puoi intuire cosa sarà il futuro!!!
Che difficoltà e gioie hai incontrato nell’allestire questo spettacolo?
Soprattutto è stata una grande gioia affrontare questo tema, che mi ha fatto partire per un lungo viaggio attraverso il senso di un personaggio come Cassandra che, nei secoli, non ha mai perso forza ,rimanendo sempre contemporaneo . L’ho immaginato la primavera scorsa, ho studiato molto, anche mentre ero in scena con " Tutto su mia madre", poi ho avuto tre mesi per scriverlo… ho fatto una specie di zapping, un patchwork, un collage di brani che dal mito, con Omero, Eschilo , Sofocle, Euripide mi portassero verso il presente. Ho preso in prestito, se così si può dire, alcuni passaggi del romanzo di Christa Wolf, anche lei una Cassandra del suo tempo, che negli anni ‘60 e ‘70, parlava delle sorti della sua Germania. Ho trovato una bellissima poesia di Ghiannos Ritzos, un' altra della Szymborska. Ho trasportato verso di noi queste voci facendo loro fare un salto nel tempo.
Ho poi letto e studiato i saggi di Jean Baudrillard, e con lui piano piano mi sono avventurata nei grandi temi che oggi ci toccano da vicino. Certo, la difficoltà è stata trovare questi passaggi e queste connessioni, senza scalfire il personaggio, senza tradirlo. E' stato un vero parto per me, scriverlo, esservi fedele (recitarlo, in fondo è quasi una passeggiata!)
Sono così arrivata quasi naturalmente a scegliere come 'Cassandra dei nostri giorni' uno scrittore come Massimo Fini. Ero sempre stata affascinata dei suoi scritti e dal suo pensiero sull’antimodernismo, forse un po’ catastrofico, ma anche lucido e affatto lontano dalla realtà.
Che riscontro sta avendo Cassandra?
Davvero un grande successo di pubblico. E' un risultato formidabile aver successo con questi spettacoli, con questi temi! Devo dire che spesso mi accade quando prendo in mano le sorti del mio lavoro, quando prendiamo in mano il timone, mio marito ed io. È la gioia di vedere uno straordinario pubblico estivo, in un’estate difficile come è stata questa appena trascorsa; abbiamo visto piazze non refrattarie, mai stanche, le abbiamo viste riempirsi… Abbiamo visto arrivare 500, 600 persone, gente che tornava a vedere lo spettacolo, discussioni che si accendevano. Cogliere un argomento che fa riflettere senza annoiare, aldilà delle appartenenze e dei pensieri politici, è la nostra più grande soddisfazione. Con Cassandra abbiamo aperto una rilessione sul meccanismo e sul risultato di scelte fatte nel passato, sulla visione di cosa ci sta per accadere e su cosa, come persone, dovremo o non dovremo subire. La formula in fondo è semplice:Il futuro ha le sue radici nel passato, il suo seme è un istante del presente. Se agissimo secondo questa regola il mondo cambierebbe in meglio senza alcun dubbio. Non possiamo aspettare che arrivino degli extraterrestri a liberarci dal Male, siamo solo noi che possiamo prendere in mano le sorti della nostra vita, giorno per giorno per renderla migliore anche e soprattutto per le generazioni future.
Lascia un Commento