Provincia di Milano - Le richieste lanciate il 16 e il 17 ottobre dall'Assemblea delle elette delle province italiane
Patrizia Tossi Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2006
Si è conclusa con l’approvazione di un documento finale sul rafforzamento della cittadinanza politica delle donne la Seconda Assemblea delle elette e delle amministratrici delle province italiane, promossa dal Comitato Pari Opportunità dell’Upi tra il 16 e il 17 ottobre. Si tratta di un testo, approvato dalla Consulta e sostenuto all’unanimità dalle oltre duecento donne elette presenti all’iniziativa, contenente una serie di raccomandazioni di genere che nei prossimi mesi verranno sottoposte a tutte le Province italiane, per implementare la presenza femminile nelle assemblee elettive e negli organi di governo provinciali, per inserire la prospettiva di genere in tutti i processi politico-amministrativi e per sostenere una strategia di sviluppo delle politiche di genere all’interno dei territori provinciali. Il documento è stato inoltre inserito negli atti dell’assemblea generale dell’Upi, che si è tenuta a Milano negli stessi giorni, chiedendo a tutti gli amministratori di farsi promotori del documento nei loro territori. “La promozione di un’equilibrata presenza femminile nei luoghi delle decisioni pubbliche –spiega Arianna Censi, coordinatrice della Consulta Pari Opportunità dell’Upi- non risponde solo a fondamentali obiettivi di uguaglianza e di democrazia, ma costituisce una condizione necessaria per garantire strategie di sviluppo locale capaci di includere la generalità dei bisogni e delle risorse presenti sul territorio”. Attraverso la diffusione del documento, l’Assemblea delle elette e delle amministratrici solleciterà le assemblee elettive delle 104 province italiane ad inserire all’interno degli statuti il principio della presenza paritaria di uomini e donne, oppure stabilire una quota di presenze non inferiore ad un terzo per ciascun sesso. Sempre negli statuti, dovranno essere previste forme di partecipazione che promuovano l’allargamento della presenza femminile nelle scelte di sviluppo e nel governo locale, ma dovrà anche essere ridisegnata l'organizzazione interna degli uffici e la distribuzione del lavoro secondo i principi di parità, di pari opportunità e di equilibrio tra responsabilità familiari e professionali. Ma non solo. Il documento prevede l’istituzione di un osservatorio provinciale sulle nomine pubbliche effettuate dagli enti locali, per monitorare le funzioni affidate alle donne. “La promozione di politiche pubbliche finalizzate a favorire le pari opportunità tra uomini e donne –continua Arianna Censi- è un fattore indispensabile di sviluppo equilibrato e sostenibile. Anche la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro è una condizione necessaria non solo per raggiungere gli obiettivi europei indicati dalla strategia di Lisbona, ma anche per la crescita economica del Paese”. Ed è per questo che la Consulta delle Pari Opportunità ha deciso di sollecitare le province ad attribuire una delega specifica alle pari opportunità, o alle politiche di genere, ad un membro della giunta o del consiglio, così come a istituire un’unità operativa che lavori su questi temi e a prevedere nei bilanci delle risorse finanziarie a supporto delle politiche di genere. “E’ necessario, inoltre, che gli organi di governo delle Province –aggiunge Arianna Censi- favoriscano l’adozione dello strumento del gender budgeting, per integrare la prospettiva di genere nella spesa pubblica, così da rispondere in modo più compiuto ai bisogni di d tutti i cittadini e rendere più trasparente l’impatto delle politiche di bilancio sugli uomini e sulle donne”. Dopo il successo d’esordio della prima Assemblea che si è tenuta l’anno scorso a Bologna, quest’anno i lavori si sono svolti a Milano e si sono concentrati sul lavoro femminile, sul gender budgeting, sul mainstreaming di genere nello sviluppo locale e sulla creazione di una rete tra i Comuni e le Province.
Donne in Provincia: quante, dove
Da un primo monitoraggio avviato in 55 province del territorio nazionale, è emerso che il 16,4% delle giunte provinciali sono tutte al maschile e solo il 7,3% dei presidenti sono donne. La presenza femminile è ancora bassa nelle società a partecipazione pubblica: su 308 enti monitorati, sono soltanto il 10,3% sono guidate da donne e, su 3.071 componenti dei consigli di amministrazione e dei gruppi dirigenti, le donne sono solo il 10,7%. Le presidenti di provincia sono il 7,6%, gli assessorati al femminile sono il 23,4%, il 14% le consigliere e l’8,8% le donne capigruppo. Il 29% delle province esaminate non ha attivato nessun servizio destinato alla popolazione femminile. Sono i dati emersi dalla prima ricerca nazionale sulle politiche di genere, avviata dalla Consulta Pari Opportunità all’interno del progetto “La Rete delle Reti”. Si tratta di un progetto nazionale che si propone di accelerare e dare visibilità ai processi di mainstreaming di genere avviati all’interno delle singole amministrazioni provinciali, ma anche di sostegno a quelle realtà che non hanno ancora attivato delle politiche attive sui temi delle pari opportunità. Il progetto è nato l’anno scorso durante la prima Assemblea delle elette e nel corso dell’anno è stata sviluppata una rete nazionale, con l’obiettivo di costituire un Osservatorio permanente sulle buone pratiche che possa servire come luogo di scambio e di monitoraggio dei progetti e delle esperienze avviate sul territorio nazionale per valorizzare l’esistente e generare nuove azioni positive.
(28 novembre 2006)
Lascia un Commento