Login Registrati
La rabbia della donna in carriera

La rabbia della donna in carriera

Idee -

Iori Catia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2007

Non ho mai capito e credo che ci vorrà ancora un buon pezzo di strada da percorrere per riuscire a individuare i motivi per cui se una donna è forte e sta facendo carriera, sta riuscendo bene e tutte le porte le si aprono, allora le altre donne che si sentono al suo livello cominciano a chiedersi il perché di cotanto successo e le ragioni più recondite di una fortuna così “insolitamente” meritata. Fino a quando il duro lavoro delle colleghe rimane un faticoso fardello da sostenere, tutto è comprensibile come se rientrasse nella naturale sequenzialità delle cose. Quando invece si trasforma in un arduo obiettivo conseguito con audacia e con tenace determinazione, allora scatta una sorta di invidia sotterranea che logora anche le menti più brillanti e dotate. La conseguenza più frequente? Troppe donne nel lavoro tradiscono se stesse fingendosi ottuse, nel timore di essere polverizzate nel caso osassero dispiegare tutti i loro talenti naturali. Conosco anche donne, perlopiù politiche, che quando raggiungono il successo, si trasformano in “api regine” e lavorano attivamente per ostacolare il successo delle altre. Magari trattasi di donne sostenute fino a qualche mese prima dell’acquisizione del potere, poi immediatamente reiette e sottovalutate perché osservate da una posizione di altezzosa supremazia che le induce a privilegiare profili altissimi, normalmente maschi, capaci di suscitare indubbio successo. E’ come se nessuna donna “arrivata” osasse scommettere più di tanto sull’altra, preferendo invece battere strade già sicure di consenso sociale e politico. Se penso che il propulsore del movimento femminista fu una naturale ondata di rabbia femminista e che quando la sorellanza ebbe raggiunto alcuni dei suoi obiettivi, la questione del che fare per le altre donne generò una gran profusione di risposte e di ideologie, la risposta è presto data. E oggi siamo ancora a questo punto: sia pure con confini ed atteggiamenti diversi, le donne non si aiutano più di tanto, continuano a non votarsi, si fanno la “guerra fredda", non accettando una solidarietà verso l’alto, ma solo verso il basso. Ci si aiuta nei momenti di difficoltà cooperando per uscire dalle crisi ma nel successo non ci si sostiene in cordata come gli scalatori delle alte vette. Piuttosto ci si passa qualche complimento, ci si manda un cauto messaggio di buon avanzamento ma non ci si supporta nel momento del riconoscimento sociale. Come se l’avanzata di una mettesse in crisi l’assetto psicologico dell’altra.



(25 ottobre 2007)

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®