Lunedi, 19/10/2009 - Dopo la protesta dell’UDI - Unione Donne in Italia di Modena, la campagna pubblicitaria del Mobilificio Bassano Outlet di Castellarano (RE) è ora all’esame dell’Istituto nazionale per l'Autodisciplina Pubblicitaria. “Il caso – dice l’Ente in una nota inviata all’associazione modenese - è già all’esame del Comitato di Controllo, l’organo garante degli interessi dei cittadini-consumatori, al quale il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale affida il compito di valutare se sussistano o meno gli estremi per un intervento in loro tutela”.
L’UDI di Modena aveva esortato le Istituzioni a condannare e ad intervenire direttamente nei casi di messaggi pubblicitari dai contenuti violenti e lesivi della dignità femminile
“Ritirate quella pubblicità – aveva protestato Rosanna Galli, responsabile legale dell’associazione -, incita alla violenza ed è lesiva della dignità delle donne. Il mobilificio Bassano Outlet con i suoi manifesti e gli spot (un uomo armato di accetta che insegue minaccioso una donna, impersonata dalla cantante Fiordaliso, braccandola come una preda con l’intento di aggredirla), veicola in modo esplicito un messaggio che contrasta il lavoro svolto da associazioni, centri antiviolenza, organismi istituzionali e società civile per la lotta alla dilagante violenza sulle donne, come la “Staffetta di donne contro la violenza sulle donne”, campagna dell’UDI partita il 25 novembre 2008 e in svolgimento fino al 25 novembre 2009. I contenuti del messaggio si pongono inoltre in contrasto con la risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008 sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini”.
“La pubblicità - ribadiva infine Rosanna Galli - è un potente mezzo per suggerire occultamente e
diffondere modelli di comportamento, ha quindi una grande responsabilità pubblica. Quella pubblicità in tv e sui giornali è potenzialmente pericolosa perché ironizza e toglie drammaticità e dunque mostra indulgenza verso la violenza sulle donne. Uno dei crimini più odiosi che causa invalidità e danni permanenti oltre ad annunciare, molto spesso, un femminicidio, ossia un delitto consumato nei riguardi della donna”.
Città come Napoli e Niscemi hanno già accolto le richieste dell’UDI per una moratoria cittadina delle pubblicità lesive della dignità femminile e si sono attivate per una risposta concreta.
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