La maggioranza di Governo dimostra sconcerto e preoccupazione per l'opposizione ad una legge che, dice, punta solo a garantire i diritti e il benessere dei bambini
Giovedi, 13/09/2018 - Grande è la mobilitazione della donne conto la legge presentata in Commissione Giustizia del Senato per la riforma del diritto di famiglia in tema di affido condiviso. Per il 10 Novembre è già programmata una manifestazione contro il ddl Pillon ( dal nome del suo primo firmatario, Simone Pillon della Lega) ed è già in rete una petizione di Change Org che ha come obbiettivo il rigetto di un provvedimento che se approvato, si sostiene, favorirebbe il persistere della violenza nell'ambito familiare e la penalizzazione delle donne indigenti. In Commissione Giustizia del Senato l'esame del ddl Pillon è già iniziato e, a fronte dell'agitazione nel mondo esterno, la maggioranza di Governo dimostra sconcerto e preoccupazione per l'opposizione ad una legge che, a suo avviso, punta solo a garantire i diritti e il benessere dei bambini figli di separati, non schierandosi né dalla parte delle donne-mamme né dalla parte degli uomini papà.
Il senatore Pillon spiega che la legge si propone di evitare squilibri ingiusti tra presenze genitoriali e che verrebbe anche incontro a quelle mamme per le quali l'accudimento prevalente dei bambini comporterebbe disagi e problemi nella vita attiva e lavorativa. Pillon sostiene anche che si starebbe facendo tanto rumore partendo da fake news. Sarebbe una fake news la penalizzazione economica che si abbatterebbe sulle donne separate. L'assegno di mantenimento per la moglie con minor reddito non verrebbe abolito, dice Pillon e trasformare l'assegno di mantenimento per il figlio in un contributo diretto proporzionale al reddito potrebbe anche comportare per la donna dei vantaggi. Inoltre, assicura il senatore Pillon, se nell'ambito familiare c'è violenza, abuso sessuale o trascuratezza verso i figli, non scatterebbe l'affido condiviso.
Il Movimento 5 Stelle sul provvedimento si dimostra prudente: "c'è dibattito al nostro interno dicono le senatrici Bruna Piarulli, Elvira Evangelista e il senatore Mattia Crucioli che considerano il testo solo una base di partenza per un esame approfondito che potrebbe anche stravolgerlo. L'esame del provvedimento avrà inizio solo quando ne parleremo con gli esperti che verranno convocati a giorni per essere auditi dalla Commissione, dicono, e garantiscono di non essere animati da pregiudiziali ideologiche sui diritti delle mamme o dei papà ma solo dall'intendimento di approfondire un problema che è scientifico e che parte dal ricasco psicologico e dal trauma che una separazione comporta su una psiche infantile. Vogliamo capire con gli psicologi dell'età evolutiva e con i tecnici del settore cosa comporta per i bambini avere due domicili diversi e genitori che li gestiscono con i tempi divisi a metà, dicono, e garantiscono che nulla è ancora scritto sul futuro testo di questa legge.
E l'opposizione cosa pensa dell'acqua sul fuoco che la maggioranza di Governo versa sulla paura che la prosta crea nel movimento delle donne? La senatrice Valeria Valente del PD rileva vizi di fondo anche pratici che non tengono conto della esigenza dei bambini di punti di riferimento certi e stabili, quali non possono essere garantiti da una ripartizione matematica dei tempi, dei soldi e degli alloggi dei due genitori, ma guarda con molto interesse e favore la disponibilità dei 5 stelle a esaminare ed a rivedere, anche dalle fondamenta, il testo.
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