Lunedi, 29/08/2011 - Con il suo libro "Omertà dans la police" aveva lanciato un duro atto d'accusa nei confronti della polizia, ancora più forte perché raccontato dall'interno. Sihem Souid, poliziotta, aveva assistito, durante il servizio, ad atti di abusi e violenze, avallati anche dai ranghi più alti del corpo di polizia, nei confronti degli immigrati e ha denunciato tutto. Sospesa dal corpo di polizia francese dopo la pubblicazione del suo volume, ha tentato innumerevoli volte, senza successo, di essere reintegrata. Nata a Tunisi 30 anni fa, Sihem è stata in servizio presso la polizia di frontiera di Parigi, partecipando alle operazioni di respingimento dei sans papiers all'aeroporto di Orly. Dopo la pubblicazione del suo libro e nonostante i reiterati inviti al silenzio non si è fermata ma ha continuato a rilasciare interviste in cui denuncia i comportamenti dei suoi colleghi. Ecco l’intervista che ha concesso a ‘noidonne’.
Quali sono le motivazioni per questa coraggiosa scelta di denuncia?
La risposta si trova nel mio libro. Sono entrata in Polizia per idealismo, lasciando volontariamente un lavoro ben più pagato. Assegnata alla Polizia di frontiera di Orly, mi sono resa conto che alcuni poliziotti, una minoranza, non rispettava le regole e si rendeva colpevole di razzismo e xenofobia. Sono di origine tunisine e pertanto mi sento più sensibile rispetto al problema. Ho scoperto anche che c'erano stati degli episodi di corruzione e abuso di potere. Questo fatto concerne una minoranza della Polizia ma riguarda negativamente la reputazione di tutta la Polizia.
Ho anche accettato di testimoniare in favore di due colleghi omosessuali vittime di discriminazioni e ne ho subito delle pesanti conseguenze.
Non posso sopportare l'ingiustizia, perciò ho allertato i miei superiori su queste azioni illegali ma non sono stata capita, al contrario, sono stata sanzionata. Non ho avuto dunque altra scelta se non quella di scrivere questo libro nel quale esprimo il mio attaccamento ai valori repubblicani del mio Paese, alla democrazia, ad una Polizia esemplare e propongo delle soluzioni.
In un paese come la Francia, conosciuto per la sua multiculturalita', come si spiega tutto ciò?
In generale, i francesi non sono razzisti. Essi sono rispettosi dei principi fondamentali della nostra Repubblica e molto legati alla Déclaration des droits de l'homme et du citoyen del 1789, che ha valso alla Francia la sua reputazione di Paese dei diritti dell'uomo. Purtroppo, una destra dura ed un'estrema destra, soffiano sul fuoco, con discorsi autoritari, instillando, presso quelli che sono disposti ad ascoltarli, la paura dell'altro, la paura dello straniero, soprattutto per ragioni elettorali. Anche se non penso che sia unicamente questo il problema della Francia.
Qual e' la sua risposta alle accuse di "ricerca di notorietà" contro di lei a causa anche della pubblicazione del suo libro?
Non ho sentito di tali accuse. Qualche giorno prima dell'uscita del mio libro, l'editore ha fatto una classica campagna promozionale. Da parte mia non c'e alcuna ricerca di notorietà. E' stata la stampa che è venuta a vedermi, che si è interessata al mio caso. Io non ho mai domandato nulla, ma, semplicemente, non mi sono nascosta.
Ringrazio i media per avermi dato la parola. La notorietà acquisita non è una mia gloria personale ma serve a far conoscere la mia battaglia e a portarla così avanti. Involontariamente, il Ministero degli Interni ha contribuito a questa notorietà: ad ogni sanzione inflittami l'eco mediatico aumenta ed il sostegno del pubblico si amplifica.
Quali saranno le sue prossime azioni?
Ho depositato una proposta di legge per la creazione di un "comitato nazionale d'Etica della Sicurezza", indipendente dal potere esecutivo e dotato di un potere reale, al fine di far cessare episodi come quelli che ho denunciato. Mi adopererò affinché questo progetto sia dibattuto all'Assemblea Nazionale. Mi dovrò difendere dalle accuse e sono determinata, utilizzerò tutti i ricorsi, compresa la corte europea dei diritti dell'uomo, se necessario.
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