La politica libanese un affare da uomini. Ma ancora per poco
Aumentano le donne nei consigli comunali, ma non in Parlamento. E’ una crescita lenta che però testimonia una maggiore presa di coscienza delle donne libanese delle questioni politico sociali del Paese.
Beirut. Per Rima Majed, professora di Sociologia all’Università americana di Beirut si tratta di un significativo passo in avanti perché come lei stessa ricorda “Il fatto che ci siano più donne nei municipi vuol dire che qualcosa sta cambiando. Significa che le candidate riescono a ottenere voti non perche rappresentano i politici già conosciuti, ma perché con il loro impegno sul campo riescono ad ottenere la fiducia della gente”.
Questo è anche il risultato di quanto sta avvenendo nella società libanese. Negli ultimi anni infatti è andato via via crescendo il numero delle donne che lavorano per aiutare le finanze famigliari da una parte e ed essere più indipendenti dall’altra, ma anche il numero di quelle che hanno deciso di entrare attivamente in politica.
“Cresce il numero di quelle che sentono il bisogno di risolvere questioni pubbliche. Sono tutte ben istruite e ben preparate per riuscire nel loro scopo. Tuttavia non è possibile generalizzare perché c’è ancora molta strada da fare affinché le donne trovino il loro spazio nella sfera pubblica nazionale grazie anche a misure che siano orientate all’equilibrio di genere nella società tutta” continua Rima Majed.
Si tratta in realtà di una situazione che rivela una discrepanza tra quello che avviene a livello nazionale e quello che c'è a livello locale, dove è evidente una maggiore presenza e coinvolgimento femminile.
Nelle città di dimensioni più piccole le donne sono riuscite a conquistare nel corso degli ultimi anni un ruolo di importanza maggiore grazie a logiche che esulano da rapporti politici di gioco-forza.
“Nelle cittadine più piccole le donne hanno ottenuto una visibilità maggiore grazie al loro impegno ed alla loro professionalità. Partendo dalla loro rete personale sono riuscite ad instaurare un rapporto diretto con le comunità nelle quali vivono” continua la professoressa.
Ma tutto questo non ha importanza al momento delle elezioni. Perché non venendo rispettata la legge per le elezioni locali n.118 del 1977 che prevede un sistema elettivo a maggioranza plurinominale, di fatto vince la lista che ottiene più voti e non la singola persona.
C’è chi vede in questo meccanismo un rafforzamento indiretto del patriarcato di fatto portato avanti dai clan famigliari che tirano in generale le fila della politica libanese, fatta anche di legami religiosi, lasciando poco libertà di manovra alle liste indipendenti ed alle nuove figure emergenti politiche del Libano, tra cui spiccano le donne.
Questo però non deve diventare un motivo di rinuncia ad entrare in politica. Difatti sono molte le organizzazioni femminili che pensano che la prima cosa da fare sia proprio quella di cambiare la mentalità della società attraverso una presenza constante delle donne negli affari pubblici del Paese.
E tra queste c’è sicuramente l’organizzazione Women in Front, che attraverso progetti di empowerment femminile cerca di combattere il predominio maschile nella sfera pubblica libanese.
Secondo la Commissione nazionale per le donne libanesi, circa 600 donne sono state elette nel corso delle elezioni municipali del 2016, con un incremento del 15% rispetto alle ultime elezioni del 2010.
Nella foto Rima Majed (Università americana di Beirut)
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