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La politica di Berlusconi e le donne

La politica di Berlusconi e le donne

Nuovo governo - "Le donne devono scegliere se difendere l’esistente o se rilanciare, superando diversità e rivalità."

Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2008

L’avvio del nuovo governo Berlusconi ha puntato al sensazionalismo di un carosello di provvedimenti, più o meno a sorpresa, amplificato a quattro colonne nelle prime pagine dei quotidiani e nelle aperture dei tg. Le spedizioni partenopee contro i cumuli di spazzatura non sono state da meno dei militari chiamati a garantire la sicurezza delle discariche e non solo. L’annuncio delle limitazioni alle intercettazioni ha provocato prevedibili polemiche mentre la guerra ai fannulloni nella pubblica amministrazione ha suscitato imbarazzati silenzi e cori da stadio. L’istituzione del reato di immigrazione clandestina ha aperto voragini tra una cultura dell’accoglienza e un’idea egoistica di sviluppo sociale. Insomma un gran polverone, tanto per cominciare con uno stile che speravamo fosse archiviato, molto utile a non far scorgere sia le precisazioni e i ripensamenti che spesso seguono gli annunci roboanti sia l’impatto reale dei provvedimenti effettivamente applicati. Una prima lettura da un punto di vista di genere delle decisioni governative non lascia ben sperare per il futuro delle donne. Circa la detassazione degli straordinari condividiamo (e non ripetiamo) quanto esposto dalle Consigliere di parità a pagina 20 e 21 di questo numero. Il taglio dell’ICI sulla prima casa lo hanno pagato (in parte) le donne che subiscono violenze – insieme a quelle che le accolgono nei Centri antiviolenza - che hanno visto cancellare gli stanziamenti ottenuti dopo anni di richieste. Il rinvio dei processi non collegati alla sicurezza interesserebbe anche i casi di stupro (o addirittura femminicidio) con grave danno per le donne che hanno denunciato le aggressioni. L’attenzione e la sensibilità del governo per le questioni poste dalle donne è praticamente inesistente ed è molto pericolosa la contemporanea voglia di compiacere il Vaticano. Che ne sarà della 194 e dei consultori? Le donne devono scegliere se difendere l’esistente o se rilanciare, superando diversità e rivalità. Sarebbe maturo, forse, il tempo per una piattaforma nazionale delle donne per chiedere asili, qualità nella scuola, servizi sociali, assistenza per gli anziani, lavoro, parità reale nei salari. Potremmo perfino sfidare la Confindustria in tailleur.


(8 luglio 2008)

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