Intervista a Maria Bianca Berruti - Il Disegno di Legge Regionale ‘Integrazione delle politiche di pari opportunità di genere’: una legge quadro per il benessere di tutti
Ribet Elena Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2007
L'Assessora alle Pari Opportunità Maria Bianca Berruti ci parla del DdL Regionale “Integrazione delle politiche di pari opportunità di genere nella Regione Liguria”. Si tratta di una legge innovativa, che si rivolge alle donne e a tutti i cittadini e che si formalizza nell’Anno Europeo delle Pari Opportunità per Tutti. “Nella Regione Liguria è la prima volta che c’è una donna assessore per le Pari Opportunità. Ci siamo trovate a partire da zero. Il primo passo è stato quello di istituire la Commissione Consiliare Permanente per le Pari Opportunità. inserendo nello statuto questa Commissione si sono poste le basi affinché ogni provvedimento venga esaminato e votato in ottica di genere, incidendo sulla programmazione, sui bilanci, e ottenendo una ricaduta su tutte le politiche”.
Di cosa parla il disegno di legge?
Il lavoro è partito da una domanda: ‘cosa ci si aspetta da un Assessore per le Pari Opportunità?’. Innanzitutto, interventi dedicati a risolvere problemi specifici delle donne, che sono molti. Poi però l’elaborazione femminile ha colto il passaggio dalle ‘politiche PER LE donne’ alle ‘politiche DELLE donne’. Quali sono i bisogni delle categorie più deboli e sensibili? Bambini, anziani, portatori di handicap, donne migranti. Parliamo del lavoro di cura; ci sono problemi particolarmente sentiti dalle donne e a cui le donne danno risposte. E sono le donne a porre questi problemi alla politica, proponendo soluzioni e istanze che vanno in direzione del benessere collettivo. Ad esempio, con la legge 12-2007 si è data risposta alle donne vittime di violenza. Ci sono poi altri strumenti (asili, assistenza, città vivibili) sollecitati dalle donne che hanno un riscontro per i diritti di tutta la società.
La Regione Liguria ha fatto suoi gli strumenti del cosiddetto gender mainstreaming, che a livello europeo e mondiale si sta delineando come strategia vincente, inserendo l’ottica di genere in tutte le politiche istituzionali. La legge parla anche dell’empowerment, cioè di come dare potere e sviluppare le capacità delle donne e delle fasce deboli.
Quali proposte operative per la conciliazione?
La condivisone del lavoro di cura e la conciliazione dei tempi e orari di lavoro è tra gli obiettivi della legge. Parole chiave: maternità, paternità, congedi parentali, l’estensione di questi diritti ai lavoratori e alle lavoratrici precarie, potenziamento dei servizi, asili aziendali, assegni per assenza per motivi di cura. È necessario promuovere la coscienza sociale delle imprese che introducono orari flessibili e il telelavoro, predisporre patti territoriali tra province, comuni, aziende sanitarie, imprese, sindacati; proporre incentivi, definire il concetto dei tempi nelle città, elementi fortemente inseriti nel discorso della conciliazione. Non si deve dimenticare che il percorso da casa al lavoro per l’uomo è rettilineo, per la donna è a zig zag (lavanderia, spesa, commissioni…). Se si costruiscono percorsi agevolati, orari, spazi accoglienti e sicuri, i benefici saranno condivisi per uomini e donne.
Nel DdL si fa riferimento al 'bilancio di genere': cos'è?
Lo strumento principe di un ente è la stesura del bilancio. Il bilancio di genere è un approccio che implica la comprensione degli effetti di un bilancio sulla quotidianità degli individui.
Disaggregare o aggregare cifre, applicare correttivi, analizzare capitoli e destinatari, definire come impegnare le risorse: queste operazioni non sono meri strumenti contabili o economici, non sono asettici. Dietro ci sono riflessioni e indirizzi politici.
Se si stabilisce di non stanziare risorse per gli asili nido o per un altro settore, la ricaduta sulle donne e sulle società è diversa. Il bilancio di genere fa un’analisi del bilancio in corso, si interroga sui provvedimenti e sul loro impatto globale, orienta il bilancio successivo cercando di equilibrare i diversi settori di intervento. È un meccanismo che può portare un miglioramento concreto nella gestione pubblica e nel benessere sociale.
Quali prospettive future?
Ci sono buone prospettive anche perché il Disegno di Legge norma sollecitazioni condivise anche dai maschi. Il lavoro si è raccordato a livello di tutte le politiche. Ad esempio, aspetti riguardanti la conciliazione sono già inseriti in provvedimenti sul Lavoro; il gender mainstreaming è trasversale.
Quanto alle risorse, c’è una copertura finanziaria; intanto per varare la legge, poi per sostenere le consulenze, i programmi speciali, i bandi.
Sui tempi e gli orari delle città, come assessorato all’edilizia, si può già fare un discorso organico che porterà investimenti per abbattere le barriere architettoniche; oltre alle sue risorse specifiche, ci sarà l’impegno, settore per settore, a indicare i mezzi necessari.
Il significato politico di questo disegno di legge è elevato nel panorama nazionale, anche alla luce del fatto che si trova in linea con la legge nazionale della Ministra Pollastrini.
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