Giovedi, 15/04/2010 - Alla fine non ce l’ha fatta. Considerata favorita, unico concorrente donna, nel gran finale del 7 aprile scorso del The Million’s Poet, reality show della tv di Abu Dhabi, Hissa Hilal è arrivata terza con 62 punti. Secondo è arrivato Falah Al Mowraqi, del Kuwait, con 63 punti, mentre Nasser AlAjami, anche lui del Kuwait, con 67 punti, si è aggiudicato l’1,3 milioni di dollari del premio e l’ammirazione di milioni di telespettatori.
Non si tratta di un quiz televisivo, né di un reality nel quale vincono muscoli e chirurgia estetica, si tratta di poesia. Nel mondo arabo in queste settimane, ogni mercoledì sera, la poesia ha tenuto attaccati al video milioni di arabi, dall’Egitto agli Emirati Arabi, che hanno ascoltato e scelto i versi migliori dei 48 concorrenti che si sono contesi il titolo di poeta milionario. Scopo della trasmissione, arrivata alla sua quarta edizione, è scegliere, grazie al voto di pubblico e critica, il migliore poeta dei paesi dei Golfo che si aggiudica la somma stellare di 1,3 milioni di dollari e una fama da star del rock. Ma al di là di chi ha vinto, quest’anno sono stati la voce suadente, l’ottimismo e la tenacia dell’unica donna, Hissa Hilal ad aver inchiodato al televisore il pubblico. Saudita, ex giornalista, oggi poetessa di professione, moglie e madre di quattro figli, Hissa si è avvicinata al microfono per cantare i sentimenti profondi di molte persone, soprattutto donne, il dolore di fronte a un divorzio, la frustrazione di una condizione di oppressione, i vincoli di una società che condanna e non è disposta al perdono, la rabbia di fronte a regole e restrizioni che non sono nel Corano ma vengono spacciate come dettami religiosi. Argomenti scottanti, spesso critici verso posizioni tradizionali di imam conservatori, tanto che sui alcuni siti Internet vicini ad Al Qaeda si è discusso apertamente della possibilità di eliminarla. “Mi aspettavo controversie - racconta lei - ma ho sentito lo stesso il dovere di parlare. Troppe persone vogliono soffocare le voci libere. L’estremismo nel nostro mondo sta crescendo sempre di più e sta raggiungendo anche paesi dove è sempre stato estraneo: il Libano, la Siria, il Sudan. Dobbiamo denunciarlo, per il futuro dei nostri bambini e delle nostre bambine: io spero di poter fare qualcosa. A modo mio.”
Hissa Hilal, si presenta in televisione di fronte a milioni di telespettatori recitando i versi in niqab, il velo tradizionale che lascia scoperti solo gli occhi. Non le piace e lo considera un’imposizione, pur sapendo che una donna velata ha maggiori possibilità di apparire in pubblico ed essere ascoltata. Il punto però non è quello, non è il volto né l’immagine, è la capacità di incidere nel cuore con versi di graffiante denuncia e dolce bellezza, perché per Hissa Hilal farsi “ascoltare e più importante che mostrare la mia faccia.”
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