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La Partita con papà®: la Campagna di BambinisenzaSbarre

La Partita con papà®: la Campagna di BambinisenzaSbarre

Tornata nel giugno 2022, l’attesa iniziativa ha fatto entrare negli istituti penitenziari italiani le famiglie dopo la pandemia, consentendo ai papà detenuti di giocare con i figli

Giovedi, 23/06/2022 - I bambini sono tutti uguali, come sappiamo, ed anche i 100mila figli di papà detenuti non devono essere esclusi dai giochi. Per questo ogni anno si disputa, nel mese di giugno, all’interno della annuale campagna “Carceri aperte” - che può far accedere negli istituti le famiglie, dopo due anni di sospensione a causa della pandemia - la manifestazione dal titolo ‘La Partita con papà®’, un atteso incontro tra i papà detenuti e i loro figli, organizzata da Bambinisenzasbarre in collaborazione con il Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

La possibilità di giocare con il proprio papà e di condividere questo momento ludico, normale per tutti gli altri bambini, risulta eccezionale per questi bambini e le loro famiglie e rimane a lungo nella loro memoria: anche in carcere, come ovunque, si può giocare una partita di pallone con papà.

La Partita con papà e Carceri aperte si inscrivono, come ogni giugno, nella Campagna Europea “Non un mio crimine ma una mia condanna”, del network COPE (Children Of Prisoners Europe). La Campagna vuole sensibilizzare sul tema dell’inclusione sociale e delle pari opportunità per tutti i bambini ed ha l’obiettivo di portare in primo piano il tema dei pregiudizi di cui spesso sono vittime i 100 mila bambini in Italia (2,2 milioni in Europa) che hanno il papà o la mamma in carcere e per questo sono emarginati. Questi bambini vivono in silenzio il loro segreto del papà recluso per non essere stigmatizzati ed esclusi.

Obiettivo principale di Bambinisenzasbarre Onlus, perseguito da vent’anni, è il «mantenimento del legame tra bambino e genitore detenuto», diritto sancito dalla Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Per raggiungere questo obiettivo Bambinisenzasbarre prepara i figli che entrano in carcere per il colloquio con i genitori, momento chiave per sostenere il rapporto genitoriale e per facilitarlo, con vari mezzi: per esempio il disegnare insieme, oppure con uno strumento molto coinvolgente come una partita di calcio. La Partita con papà è nata nel 2015 dal desiderio dei bambini che spesso dicono al papà «poi quando esci giochiamo a pallone» e rappresenta una possibile occasione d’incontro efficace per attivare, consolidare, accrescere il legame tra genitori-figli e condividere un momento di normalità e vicinanza nonostante la detenzione.

Giunta quest’anno alla sesta edizione, l’iniziativa “La Partita con papà”, organizzata da Bambinisenzasbarre in collaborazione con il Ministero di Giustizia, è partita nel 2015 con l’adesione di 12 istituti, 500 bambini e 250 papà detenuti e si è tenuta tutti gli anni fino al 2019, quando sono state giocate 68 partite in altrettante carceri e città, da Belluno a Palermo, coinvolgendo gli agenti della polizia penitenziaria, gli educatori, 3150 bambini e 1700 genitori detenuti.

Alcuni commenti raccolti nei dopo partita:

Susanna, 11 anni: “Con papà andavamo sempre allo stadio, non sappiamo giocare bene a calcio, ma con lui ci siamo sempre divertite con il pallone”.

Cristiano, 8 anni: “Finalmente papà ha visto tutte le mosse da calciatore che ho imparato da internet, ora capirà che devo fare il calciatore».

Mamma di Sofia: “Io mio figlio così felice con suo papà non lo vedevo dal giorno dell’arresto”.

Michele, 5 anni: “Mi piace giocare con il mio papà, lui è il più forte di tutti”.


Bambinisenzasbarre Onlus

L’Associazione difende i diritti dei bambini (“I diritti dei grandi iniziano dai diritti dei bambini”). È infatti impegnata nella cura delle relazioni familiari durante la detenzione di uno o entrambi i genitori, nella tutela del diritto del bambino alla continuità del legame affettivo e nella sensibilizzazione della rete istituzionale e della società civile.

Bambinisenzasbarre è attiva in rete sul territorio nazionale con il Sistema Spazio Giallo, che opera direttamente in Lombardia (Milano, Voghera, Vigevano, Pavia e Bergamo), in Toscana, Campania e Calabria e supervisiona le attività dei partner in rete a Brescia, Varese e Lodi e in Piemonte, Marche, Puglia e Sicilia.
Il Sistema Spazio Giallo comprende fra le varie attività la creazione e la gestione, nelle carceri, dello Spazio Giallo, ideato da Bambinisenzasbarre. È uno spazio relazionale di ascolto e di sostegno psicologico alle famiglie e in particolare ai bambini che entrano in carcere quotidianamente per incontrare il genitore, un’interfaccia con funzione di mediazione tra il mondo esterno e il carcere.

Carta dei diritti dei figli di genitori detenuti

Firmata nel 2014 dal Ministero della Giustizia, dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza e da Bambinisenzasbarre Onlus, rinnovata nel dicembre 2021, ha recepito l’importanza di questo progetto e raccomanda che nelle carceri italiane siano presenti degli spazi dedicati ai bambini che vanno a trovare il genitore detenuto.

La Carta riconosce formalmente i diritti di questi bambini, in particolare il diritto alla non discriminazione e alla continuità del legame affettivo con il proprio genitore in attuazione degli artt. 3 e 9 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.

Da allora Bambinisenzasbarre Onlus è impegnata nella diffusione e nel monitoraggio dell’applicazione delle linee guida della Carta negli istituti penitenziari italiani, partecipando al Tavolo nazionale di monitoraggio con il Ministero di Giustizia e l’Autorità Garante dell’infanzia e dell’adolescenza, organizzando e partecipando a seminari e convegni, creando una rete di attenzione nazionale di realtà istituzionali e del Terzo Settore e fornendo consulenza sui temi della genitorialità in carcere.

A rafforzare l’impatto della Carta - e del ruolo dell’Associazione a livello italiano ed europeo - si è anche imposta la Raccomandazione CM/Rec(2018)5, adottata ad aprile 2018 dal Consiglio d’Europa e rivolta al Comitato dei Ministri dei 47 stati membri. La Raccomandazione ha assunto come modello la Carta italiana per preservare “i diritti e gli interessi dei bambini e ragazzi figli di detenuti”, indicando Bambinisenzasbarre come ispiratore.

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