Login Registrati
La parte del leone spetta alle giovani scrittrici

La parte del leone spetta alle giovani scrittrici

Romania - Molti sono i libri di scrittrici romene già tradotti e pubblicati anche in Italia.

Cristina Carpinelli Domenica, 14/07/2013 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2013

Molti sono i libri di scrittrici romene già tradotti e pubblicati anche in Italia. Da diversi anni questi sono, ad esempio, presentati al Salone del libro di Torino. Anche quest’anno, dunque, non potevano mancare all’appuntamento narratrici già note al pubblico italiano e altre esordienti che hanno presentato i loro ultimi libri.

Di Doina Ruști (1958), membro dell’Unione degli Scrittori di Romania, è stato pubblicato proprio nel 2013 dalla casa editrice Rediviva il libro Lisoanca. La casa editrice Hacca ha, invece, pubblicato sempre quest’anno il libro Confessioni a Tanacu di Tatiana Niculescu Bran. Basato su un fatto realmente accaduto, il libro racconta di una giovane monaca che non sopravvive alle pratiche agghiaccianti di esorcismo praticate nel monastero ortodosso di Tanacu. Il film drammatico Oltre le colline del giovane regista Cristian Mungiu s’ispira proprio a questo romanzo. Dell’autrice sono anche i romanzi (non ancora tradotti in italiano) Le notti del patriarca (2011) e Nella terra di Dio (Polirom Publishing House, 2012). Quest’ultimo è una storia africana sulla mutilazione genitale femminile.

Nel panorama narrativo romeno incontriamo anche Gabriela Adameşteanu (1942), la meno giovane tra le scrittrici emergenti, ma considerata uno dei più grandi narratori romeni contemporanei. Oltre ad essere autrice di diversi romanzi è un’esponente di spicco dell’intellighenzia post-decembrista. Attivista della società civile, è membro del Gruppo per il Dialogo Sociale (GDS). Fino al 2005 è stata caporedattrice di “Revista 22”, l’unico periodico indipendente della Romania post-decembrista. Nel 2012 sono comparsi in Italia due suoi romanzi: Una mattinata persa (Atmosphere Libri) e Verrà il giorno (Cavallo di Ferro Editore). Il primo romanzo è incentrato su una conversazione tra due donne. Attraverso i loro racconti, i traumi e le rotture del destino viene ricostruita superbamente la tragica fine di una generazione, quella interbellica. Il secondo è, invece, la storia di Letiția Branea, nel suo passaggio dall’età dell’adolescenza a quella della maturità, in una Romania degli anni Cinquanta, in pieno comunismo stalinista. Infine, nel 2010 è uscito il suo romanzo L’incontro (Ed. Nottetempo), che racconta del senso di sradicamento di un esule rumeno di ritorno in patria.

Altra scrittrice rumena, nota per la sua scrittura fluida e cristallina, è Florina Ilis (1968). Nel 2012 è uscito in Italia il suo romanzo Cinque nuvole colorate nel cielo d’Oriente (Atmosphere Libri) ambientato a Tokyo, con cinque protagonisti, quattro in carne e ossa più un piccolo robot, Qrin. In Cinque nuvole sono dispiegate alcune tematiche care all’autrice e ricorrenti nei suoi romanzi, come quelle del rapporto uomo-donna o adulto-bambino, del mondo dell’informatica, della cibernetica, del virtuale. Di Liliana Lazăr (1972), che vive in Francia, è stato pubblicato Terra di uomini liberi (Marco Tropea Editore, 2011), avvincente romanzo a sfondo sociale e politico, con venature di thriller d’autore, su un tema antico come la lotta tra il Bene e il Male. Nel 2012 Nikita Editore, ha pubblicato, invece, L’omino rosso di Doina Ruști. È un romanzo che racconta una storia coinvolgente, parlando dell’amore e della sofferenza con ironia e leggerezza, al cui centro vi è una grande città come Bucarest, con scorie del passato regime ancora ben riconoscibili; una Bucarest teatro di miseria e contraddizioni, una città amara, ma anche magica, capace di offrire una possibilità di speranza e di cambiamento. Doina Ruşti è la terza autrice rumena, dopo Nora Iuga (1931) e Cecilia Ştefănescu, a essere tradotta da Nikita Editore. Di Cecilia Ştefănescu (1975) Nikita ha pubblicato nel 2011 il libro Relazioni morbose. Ambientato nella Bucarest degli anni Novanta, città polverosa dove ogni angolo rivela la povertà del passato e il fermento della Romania del dopo Ceaușescu, il romanzo narra la storia radicale e ossessiva tra due giovani donne, mostrando una parte nascosta della Romania di oggi.

Una grande rivelazione si è dimostrata la scrittrice Adina Rosetti (1979), che nel 2011 ha presentato al Salone del libro di Torino il suo primo romanzo Deadline (Bucarest, Curtea Veche, 2011). Un libro, purtroppo non ancora tradotto in italiano, che rivela un’autrice pienamente formata, e che preannuncia una nuova voce di spicco nella letteratura rumena al femminile. Nel suo romanzo, Adina Rosetti contrappone mondi paralleli e spesso in opposizione, come quello della Bucarest capitalista, cosmopolita, ma anche finta, superficiale, complice della subdola disumanizzazione dei suoi cittadini, e la provincia romena, immutata nella sua mentalità retrograda. Allo stesso modo, l’autrice sottolinea il divario sempre più profondo tra i ricchi di Bucarest e i poveri delle periferie. Con questo romanzo, la Rosetti scende nelle viscere della realtà per capire e captare impietosamente i meccanismi mal funzionanti di una società con tare passate e presenti, rientrando pienamente nella tendenza neorealista che domina la letteratura rumena attuale.

Per conto di Rediviva Edizioni è uscito nel 2012 il volume di racconti Il villaggio senza madri di Ingrid Beatrice Coman (1971), un libro dedicato agli orfani “bianchi” (costretti a crescere senza i genitori emigrati all’estero) della Romania. Sempre della stessa autrice, le Edizioni Uroboros hanno pubblicato nel 2010 Per chi crescono le rose. Una storia d’amore tra un professore, Catalin, e la sua allieva, Magda, ambientata nella Romania di Ceaușescu poco prima della rivoluzione del 1989.

Per completare il panorama dell’attuale narrativa rumena al femminile, va senz’altro citato il libro Compagne di viaggio (Racconti di donne ai tempi del comunismo), a cura di Radu Pavel Gheo e Dan Lungu, pubblicato da Sandro Teti Editore (2011). Come sostiene Monica Joita, che ha introdotto il libro, “Compagne di viaggio si presenta sotto forma di antologia di testi letterari rivestendo, inoltre, il ruolo di ‘documento sociologico’, poiché le 17 scrittrici sono state invitate (…) a raccontare la loro esperienza sotto il regime comunista. Le autrici hanno età biologiche ed esperienze di vita diverse. Sono vissute per molto (o meno) tempo nella Romania prima del dicembre 1989…”. Attraverso le loro confessioni, le 17 scrittrici rumene (Adriana Babeți, Anamaria Beligan, Carmen Bendovski, Rodica Binder, Adriana Bittel, Mariana Codruţ, Sanda Cordoș, Nora Iuga, Cerasela Nistor, Ioana Ocneanu-Thierry, Simona Popescu, Iulia Popovici, Alina Radu, Doina Ruști, Simona Sora, Mihaela Ursa, Otilia Vieru-Baraboi) raccontano delle preoccupazioni da sempre appartenenti alla sensibilità femminile: la relazione tra vita pubblica e vita privata, il rapporto tra i due sessi, la solitudine, l’amore, l’alienazione, la vecchiaia, ecc. Le loro narrazioni non sono “manifesti ideologici” contro il regime di Ceaușescu. A loro interessa esclusivamente raccontare. E nel loro frugare nell’inferno della vita quotidiana sotto il comunismo, si avverte persino - come sostiene Monica Joita - un senso di umorismo nei confronti dei tormenti subiti sotto la dittatura. Esempio di letteratura impegnata dal forte impatto civile, l’antologia affronta temi di scottante attualità, come quello, ad esempio, dell’interruzione clandestina di gravidanza che ha reso celebre il film del regista rumeno Cristian Mungiu 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni.





Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®