60° Anniversario Costituzione / Cassinari - Intervista a Barbara Cassinari
Bartolini Tiziana Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2008
“La mia famiglia mi ha insegnato a farmi domande, ad osservare il mondo intorno a me. Poi c’era il mio interesse che ho coltivato leggendo per capire cosa fosse stato l’antifascismo e cosa significava essere antifascisti” . Barbara Cassinari, dell’Anpi di Lodi, partecipa attivamente all’organizzazione della prima Festa dell’ANPI. Ha 26 anni, è laureata in Lettere moderne e dopo una serie di colloqui - rimasti senza risposte - grazie al diploma magistrale ha trovato lavoro come maestra in un scuola primaria. L’entusiasmo per il suo lavoro non è affievolito dalla precarietà della situazione. “Volevo impegnarmi in politica e nella società, ma non riuscivo a trovare un partito che mi rappresentasse e nell’ANPI ho trovato dei valori forti, che avevano una base storica. Ho conosciuto persone straordinarie, una per tutti Maria Cervi, che mi hanno educata ad essere antifascista”.
Questa parola talvolta sembra pronunciata con imbarazzo. Come fosse fuori moda. Che significa essere antifascisti, oggi?
Credere in valori importanti come libertà, pace, giustizia avendo piena consapevolezza delle loro origini: la Resistenza e la Lotta di Liberazione. Sono valori più che mai vivi, ma che richiedono la conoscenza della storia che ci ha preceduto. Oggi noi giovani dobbiamo lottare per i nostri diritti, che sono diversi, ma che hanno radici solide e non astratte. E’ importante anche portare avanti la memoria della Resistenza: ci sono tante storie che ancora non sono state raccontate.
Perché la Costituzione è importante per le donne?
Le donne parteciparono all’Assemblea Costituente e al percorso che ha determinato le leggi e le regole della nostra democrazia. Fu un fatto straordinario e se noi donne, oggi, prendiamo coscienza di quello che sono state le madri della Costituente e, ancora prima, delle donne che hanno fatto la Resistenza, possiamo sentirci più forti e continuare a lottare. E’ indispensabile, visto che tanti diritti sono minati. Conoscere la nostra storia la storia di liberazione, dalla resistenza agli ani ’70 fino ad oggi, può renderci più unite.
C’è un principio costituzionale che è particolarmente significativo per le donne?
La laicità è molto importante, ma credo che il principio della parità dei diritti, intesa come rimozione degli ostacoli che impediscono la piena realizzazione di un individuo sia decisivo perché ci consente di mantenere la nostra specificità femminile ma ci garantisce pari diritti nel lavoro, in famiglia e in ogni aspetto della vita privata e pubblica.
I giovani sentono la Costituzione come la regola fondante del nostro vivere civile?
In parte. Manca una conoscenza chiara e, anche se parlano di libertà e valori, non hanno consapevolezza e coscienza di come questi diritti sono arrivati a noi. C’è una percezione che però rimane superficiale, infatti non sono molti quelli impegnati nei gruppi di difesa della Costituzione o nell’Anpi.
Quali sono le ragioni di questa disaffezione? Di chi sono le responsabilità?
Le responsabilità sono un po’ in tutti, ma anche degli stessi giovani. Certo la famiglia, la scuola dovrebbero fare di più …ma se l’interesse e la motivazione per un maggiore impegno civile non è sentito dagli stessi giovani è tutto più difficile. Devono aprire gli occhi, fare, osservare, interrogarsi, insomma sentirsi protagonisti. Responsabilità le ha anche la politica, che negli ultimi anni ha scavato con la società questa enorme distanza. Però, ripeto, dobbiamo essere prima di tutto noi a riprendere la parola e ad assumerci delle responsabilità se vogliamo cambiare quello che non ci piace.
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