Legge contro la violenza / i commenti - Sul testo approvato dal Consiglio dei Ministri abbiamo raccolto alcune opinioni delle donne dei Centri antiviolenza di Milano, Napoli e Faenza
Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2007
Milano.
"La Casa delle donne maltrattate di Milano accoglie positivamente il disegno di legge poiché per la prima volta in Italia un atto del Governo riconosce politicamente l’entità del fenomeno della violenza contro le donne in Italia e il ruolo fondamentale svolto dai Centri antiviolenza per modificare la percezione e la cultura esistente, prendendo atto della competenza e dell'impegno delle associazioni no profit delle donne che hanno fondato i Centri antiviolenza in Italia. Il nostro giudizio è assolutamente positivo sull’art. 13 (atti persecutori) – comunemente definiti stalking - in quanto mancava uno strumento di intervento concreto sui casi di persecuzioni e maltrattamenti ai danni di donne che avevano già messo fine alla relazione coniugale o di convivenza, o a relazioni affettive con il loro ex partner, con conseguente drammatizzazione della violenza fino ad arrivare alle estreme conseguenze degli omicidi in famiglia".
Faenza.
Antonella Oriani, Presidente di SOS Donna, ha dichiarato: "E’ una proposta di legge che tocca punti fondamentali per la lotta alla violenza, in particolare si focalizza sul versante della sensibilizzazione e di prevenzione al fenomeno, azioni che possono permettere un reale e concreto cambiamento culturale che sta alla base del fenomeno della violenza domestica. Finalmente in un disegno di legge si parla di identità di genere; questo è un significativo passo verso l’assunzione, da parte del Governo e dei legislatori, di un riconoscimento della necessità di superare stereotipi culturali che continuano a generare maltrattanti tali da rendere il fenomeno della violenza di genere un evento dagli aspetti quantitativi inquietanti".
Napoli.
"Una legge è importante perché è soprattutto una forma di responsabilizzazione collettiva, è una presa di posizione dello Stato, che dice 'le donne non devono essere lese'. E, come sostiene Ersilia Salvato, è importante sul piano simbolico e culturale". Stefania Cantatore, dell'Udi di Napoli, ha affrontato gli aspetti politici della questione, nel corso dell'incontro indetto a metà gennaio dal Coordinamento donne di Napoli. L'iniziativa è stata occasione per dare un contributo di idee e proposte al progetto di legge della Ministra Pollastrini, di cui sono stati apprezzati i molti aspetti positivi, primo fra tutti aver finalmente affrontato la questione. Elena Coccia, avvocata da sempre impegnata nel movimento delle donne partenopee, ha esposto le proposte tecniche dal punto di visto della norma. "In tutti gli stati europei c'è la procedibilità d'ufficio, in Italia sarebbe opportuno fare altrettanto perchè la procedibilità a querela di parte che abbiamo scelto nel '96 ha mostrato molti limiti. Sul terreno culturale e simbolico non si è rivelata lo strumento più utile al cambiamento sperato, sul terreno giudiziario è spesso apparsa inefficace a tutelare la vittima dall'obbligo del coraggio, ha ritardato l'inizio delle indagini (perdita delle prove) e le ha costrette a sostenere oneri economici (rivolgersi ad un avvocato), fattori che costituiscono spesso motivo di desistenza. La nuova normativa dovrebbe dettare linee guida alla preparazione dell'accoglienza nei presidi di primo impatto. I Carabinieri e la Polizia devono essere preparati in modo mirato al riconoscimento dei segni del maltrattamento e nei Pronti Soccorsi non devono essere definite 'lesioni' quelli che sono i tipici segni della violenza. Nei casi di stupro va prescritta la raccolta immediata di materiale organico da sottoporre al test del Dna. Permettere sempre il ricorso all'incidente probatorio e al sequestro di prove (oggetti, veicoli), che sono disponibili solo nell'immediato. Deve essere poi imposto che il Pubblico Ministero nel processo sia lo stesso che ha condotto le indagini, nelle Procure devono essere istituite sezioni specializzate e un albo di avvocati disposti a difendere, a spese dello Stato, la vittima. Il processo deve essere celere, con udienze settimanali, come nelle Corti d'Assise. Nei casi il cui il reato appare evidente, si dovrebbe poter procedere al sequestro preventivo dei beni per evitare che le lungaggini consentano al colpevole di occultarli". Per lo stalking, in particolare, la Coccia ha osservato che "occorre porre rimedio al fatto che le denunce presentate in tempi e luoghi diversi si disperdano, impedendo a chi deve valutare di avere una visione complessiva. Un centro di raccolta dati potrebbe ovviare a questo problema e fare in modo che, come accade in Germania, sia possibile prendere misure prima più blande e poi sempre più incisive contro l'aggressore, cioè agire a livello di prevenzione e poi di repressione". E poi una 'sana' provocazione "gli Enti devono essere chiamati alla responsabilità civile e a loro la vittima dovrebbe poter chiedere risarcimento, perché non hanno provveduto alla tutela della sicurezza delle città pulendo i giardini, custodendoli e illuminandoli!".
(27 febbraio 2007)
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