Siamo nate per fare di più che sposare inutili principi. Questa voce nessuno la spegne
Domenica, 09/06/2019 - Era il 1937 quando uscì il primo lungometraggio a cartoni animati firmato da Walt Disney: Biancaneve e i sette nani. Da allora si sono succedute una lunga fila di principesse dipinte nella perenne attesa del principe e dell’amore, e con queste immagini sono cresciute almeno due generazioni di donne a cui è stato insegnato che l’obiettivo più importante della loro vita era trovare il proprio principe azzurro per vivere felici e contenti.
Era il 1973 quando Elena Gianini Belotti pubblicava “Dalla parte delle bambine”, denunciando le profonde discriminazioni educative che esistevano – ed esistono – tra maschi e femmine. Vedendo Jasmine diventare sultana spero che le bambine comprendano un nuovo, fondamentale, dirompente insegnamento, una nuova morale, dato che questa è la caratteristica tipica delle favole: siate libere, siate coraggiose, siate audaci, siate soprattutto voi stesse. E siate femministe: perché essere femministe non significa desiderare un mondo in cui gli equilibri di potere siano finalmente ribaltati e in cui le donne dominino sugli uomini – come in effetti gli uomini temono, e per questo reagiscono con violenza alle rivendicazioni di autonomia delle donne -; essere femministe significa sognare e combattere per un mondo in cui questa logica di dominio non esista più. Essere femministe significa volere un mondo in cui tutte e tutti abbiano finalmente la stessa dignità e siano finalmente libere e liberi di fare della propria vita ciò che desiderano, fuori da ogni stereotipo e condizionamento sociale.
Lascia un Commento