Luciana Savignano - Il libro intervista dedicato all'artista che il mondo ci invidia
Bertani Graziella Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Dicembre 2006
Milanese, Luciana Savignano è Milano e La Scala nei suoi tratti e nel suo carattere più genuino. “La Scala è sempre stata la mia casa, il mio involucro, il mio rifugio. Mi sentivo protetta. Pensavo che non avrei mai potuto ballare altrove. Poi le cose si sono incastrate anche con Béjart… Ma alla Scala non ho mai bussato.”
Finalmente è uscito un libro, forse il libro che le rende il merito dovuto, il libro intervista corredato da immagini straordinarie che testimoniano la sua storia personale e la sua carriera “Savignano, anomalia di una stella” per i tipi della Rizzoli e a cura di Valeria Crippa, prestigiosa firma del Corriere della Sera. Definita “Icona della danza moderna, bellezza irraggiungibile, dea di un olimpo dove non c’è più distinzione di sessi”, aggiungo io schiva, dedita all’arte della danza con un amore ed una passione assolute che comunica sempre ed ovunque, alla continua ricerca di nuove forme di linguaggio e di espressione del corpo in movimento senza limiti e frontiere, protagonista di un percorso artistico tutto da inventare per un paese come il nostro, permettimi di dire che se l’Italia non avesse avuto la grande la grande fortuna di avere Luciana Savignano, non solo il nostro paese, ma anche noi italiani saremmo un paese ed un popolo più poveri.
Generosa al punto di donarsi al pubblico anche sui palcoscenici meno adatti alla danza, con quell’umiltà tipica dei grandi “servitori dell’arte”, coloro attraverso i quali l’arte riesce ad esprimersi e comunicare emozioni profonde, quando entra in scena lo spettatore viene subito catturato dal suo magnetismo fatto di gesti, di movimenti e di magia. Maurice Béjart per lei ha creato ruoli mirabili tra i quali “Bolero” (foto di copertina) “un erotismo di mani, braccia, sussulti di bacino anche se il mio erotismo è sempre stato di testa ..”. Capace di movimenti come non mai e simbolo di una grande disciplina, afferma: “La fatica fisica di una ballerina classica è stata paragonata, per intensità, a quella di uno scaricatore di porto. E’ un mestiere tra i più usuranti… Il mio fisico mi ha aiutata. L’ho custodito accuratamente per far sì che reggesse. E l’ho sempre ascoltato, perché il corpo ti manda dei segnali e se non lo ascolti si ribella”. Luciana Savignano artista ma soprattutto donna che si racconta…
(05/12/2006)
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