La mostra del National Gegrafic sulle donne e i pregiudizi che continuano ad esistere
"Women, un mondo in cambiamento": si inaugura a Bologna una mostra di immagini su: Bellezza, Gioia, Amore, Saggezza, Forza, Speranza. Mancano le sezioni "Potere" e "Diritti" . . .
Martedi, 18/02/2020 - "Women, un mondo in cambiamento": si inaugura a Bologna una mostra di immagini di donne distribuite su sei tematiche. Bellezza, Gioia, Amore, Saggezza, Forza, Speranza, organizzata dal National Gegrafic a cui vanno i ringraziamenti per alcuni numeri nel corso degli ultimi anni dedicati al genere femminile, alla sua storia e ai suoi diritti. Manca una sezione "Potere" e una sezione "Diritti".
Infatti il direttore della rivista, Mario Cattaneo, concludendo la presentazione dichiara: "Che non ci si debba più stupire che una donna sia in grado di fare le stesse cose che fa un uomo". A commento appare Samantha Cristoforetti tutta sorridente in tuta spaziale a simboleggiare la speranza, non il potere e nemmeno la scienza. Evidentemente si vogliono superare i pregiudizi conservandoli.
Per caso nello stesso giorno dell'inaugurazione sono stati pubblicati dalla Questura i dati su Bologna e provincia relativi alle denunce per i reati di genere: segnalano un aumento del 15 % nel 2019 rispetto al 2018: percosse, si passa da 174 a 181, le violenze sessuali da 139 a 144 (subite dalle minori da 3 a 12), a cui si aggiungono 3 femminicidi oltre ai 4 tentati.La dirigente della divisione anticrimine Gabriella Panarace ha raccontato la necessità della prevenzione da parte delle vittime: la Questura ha un ufficio delle "misure di prevenzione" a cui le donne si debbono rivolgere ai primi segnali: sms ossessivi, telefonate notturne, richieste di appuntamento "per l'ultima volta".
Che non tutte abbiano la prontezza di segnalare tempestivamente è un dato: sono le donne che sottovalutano l'uomo che non si rassegna e le più fragili, quelle "private della libertà di pensiero, di movimento e anche economiche".
La procedura che segue alla denuncia è la lettera del Questore allo stalker che viene convocato e, se viene accolta la denuncia, parte la diffida; se non basta l'ammonizione perché continuano le minacce e le violenze, può arrivare l'arresto.
E' evidente che non è facile per la donna "priva di libertà di pensiero" procedere a dispetto della propria, oggettiva vulnerabilità. Per questo è necessario non solo la presenza delle altre donne a livello, individuale o di gruppo, solidaristico: bisogna che ci siano spazi e servizi che sostengano e controllino l'attività privata dell'associazionismo attribuendo loro riconoscimento giuridico. Intanto le sindache anticipino e consolidino queste pratiche. Ma tocca soprattutto alle donne che sono in Parlamento avanzare proposte di legge - tante volte presentate senza esser mai prese sul serio, per il riconoscimento dei centri antiviolenza e delle case protette come servizio pubblico giuridicamente configurato in diritto.
Si è fatto rumore sul deficit/nascite e sulla necessità di interventi a favore delle famiglie - temuti dalle donne tutte le volte che sentono usare questo nome al singolare, anche perché quasi mai è tenuta in considerazione la loro specifica alterità - : è un'occasione per inserire questi servizi. E, in particolare, quando si riuscirà a ritirare la "legge sulla sicurezza" di Salvini, qualcuno/a si ricordi che tra i problemi della sicurezza, c'è la sicurezza dei corpi delle donne.
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