Muore un contemplativo, pilastro silenzioso della Chiesa e della Medicina Omeopatica, un uomo che ha unito la Chiesa occidentale e orientale con la sua grande fede, amore e sapienza.
Mercoledi, 21/04/2010 - Muore il 16 aprile un pilastro della Chiesa e della Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana (S.I.M.O.H.), il novantenne gesuita Tomáš Špidlík, grande Maestro, coltissimo uomo di fede, studioso dell’Arte e della medicina omeopatica hahnemanniana, quella medicina che l’aveva salvato dall’amputazione delle sue gambe, dopo le scrupolose e amorevoli cure del grande medico ed amico, il prof. Antonio Negro. Špidlík aveva partecipato, poco prima di Pasqua, già infermo al funerale del Prof. Negro, con il quale era legato da oltre 15 anni da una profonda comunione di intenti e di valori. Insieme avevano promosso “una visione etico-scientifica della medicina capace di porre in modo concreto la persona umana al centro dei propri interessi, attraverso la valorizzazione del primato della vita e delle relazioni personali quali reale dimensione del singolo individuo e quale luogo privilegiato a partire dal quale far agire ogni reale atto terapeutico singolarmente personalizzato”.
Una Messa celebrata, questa mattina, alle ore 11,30 nella Basilica di S.Pietro dal cardinale Angelo Sodano e dal Papa, giunto per l’omelia e la benedizione della salma. Una Messa cantata, come ogni credente meriterebbe, soprattutto un amante del senso artistico - profondo valore spirituale- come il Cardinale Špidlík avrebbe desiderato. Di fronte a un rito di livello così elevato viene da chiedersi perché l’Arte (il bel rito, i bei canti, l’atmosfera giusta per entrare nell’osmosi del mondo sensibile-sovrasensibile) sia ancora un fatto di élite e non si sia trasformata, nemmeno tra i credenti, in qualcosa di necessario nella vita. Quando quasi 100 persone, venute anche dall’Est, si sono viste sbarrare l’entrata per la Liturgia esequiale senza alcun motivo (considerando il fatto che l’ingresso fosse dichiaratamente libero), solo allora oltre alle proteste si è toccata con mano la differenza tra il potere dei burocrati del Vaticano e l’esperienza della fede. Perfino le suore protestano:
“Se fossimo preti saremmo già entrate“! Le proteste e l’indignazione degli esclusi sono state tali, da esercitare una pressione vincente sull’ingresso. Così si è un po‘ scompaginato il perfetto assetto logistico della navata, ma il canto gregoriano - la voce toccante dei cori e del solista e Maestro Marcos Pavan-, la partecipazione di tutti i presenti ha subito donato quella contemplazione necessaria ad osannare un grande uomo, un puro, semplice e gioviale. Erano presenti le gerarchie della Chiesa occidentale e orientale, perché il grande Tomáš Špidlík, da studioso e sofisticatissimo esperto della spiritualità orientale aveva lavorato una vita per questa unione. Nella spiritualità orientale, il cuore è il luogo della preghiera, dell’incontro con Dio e con gli altri, e Padre Špidlík scelse il cuore come stemma cardinalizio: “Ex toto corde”, 'con tutto il cuore'. “Il cuore, che campeggia nello scudo, contiene una croce nei cui bracci si intersecano le parole 'phos' e 'zoe, "luce" e "vita", che sono nomi di Dio. Dunque, l'uomo che accoglie pienamente, 'ex toto corde', l'amore di Dio, accoglie la luce e la vita, e diventa a sua volta luce e vita nell'umanità e nell'universo". L’ aspirazione verso Cristo e la volontà di Gesù costituisce per l'uomo una sorta di 'abbraccio' sicuro, forte e dolce, che lo conduce alla vita eterna. Questa è probabilmente l’immagine che tutti coloro che hanno conosciuto Padre Špidlík amano coltivare, per un uomo rispettoso della vita umana e degli altri esseri.
L’omelia del Papa caratterizza le qualità dell’uomo di fede e dello scienziato. Sembra che poco prima di morire avesse detto che tutta la vita aveva cercato il volto di Cristo ed ora finalmente poteva andare a vederlo! "Penso che i grandi uomini di fede vivono immersi in questa grazia" - ha affermato il Papa - "hanno il dono di percepire con particolare forza questa verità, e così possono attraversare anche dure prove, come le ha attraversate Padre Tomáš Špidlík, senza perdere la fiducia, e conservando anzi un vivo senso dell'umorismo, che è certamente un segno di intelligenza ma anche di libertà interiore". Per concludere, “..un figlio spirituale di quel sant'Ignazio che pone al centro della fede e della spiritualità la contemplazione di Dio nel mistero di Cristo. In questo simbolo del cuore si incontrano Oriente e Occidente, in un senso non devozionistico ma profondamente cristologico, come hanno messo in luce altri teologi gesuiti del secolo scorso".
La Scuola Italiana di Medicina Omeopatica Hahnemanniana ha partecipato con profondo dolore alla scomparsa del Cardinale Tomáš Špidlík, che è stato per la Scuola Omeopatica Italiana un punto di riferimento imprescindibile, per i suoi Corsi di formazione attraverso l'insegnamento di ''Omeopatia Antropologica'' del quale era titolare. Alla Sua persona si devono anche molte iniziative, tra le quali il Seminario di Studi Permanente sulla “Medicina Omeopatica e Spiritualità”.
Importantissima la figura dell’artista e Padre gesuita Marko Ivan Rupnik, che lo ricorda con devozione e infinita gratitudine per gli insegnamenti ricevuti: “Io penso che per padre Špidlík la vita fosse veramente la prima realtà, la priorità. Lui diceva sempre: prima la vita – la vita della comunione, della relazione, delle persone – e da questa poi si innalza la riflessione”. Dopo le durissime esperienze persecutorie dei regimi totalitari, il pensiero di Špidlík era improntato solo sull’amore, perché l’amore realizzato è la bellezza. Una cosa che non si esprima come bellezza, ha dentro di sé qualche altra cosa che non è l’amore. La realtà che non si presenta come amore realizzato o come la carne del vero e del bene che è la bellezza, per padre Špidlík non era convincente.
Affascinanti le sue conoscenze sull’iconografia orientale, trasmesse con una sapiente passione anche durante le lezioni di Omeopatia Antropologica, con una sobrietà simile a quella dei gesti e dei personaggi rappresentati nelle icone, personaggi appartenenti a un mondo celeste e rivestiti di un corpo incorruttibile.
Mai come in questo momento ci si può sentire così bene pensando a una vita vissuta all’insegna della fede, della rettitudine, dell’amore e della sapienza!
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