Le mille e una rivolta/3 - Testimonianze femminili sulla 'primavera araba'
Cornero Loredana Lunedi, 16/05/2011 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2011
La voce della cantante tunisina Amel Mathlouthi riempie l’aula magna del Rettorato di Roma3. Canta il suo amore, la sua rabbia, la sua forza che è la forza della piazza e di tutte le donne presenti. L’incontro “La mimosa e il gelsomino”1 è iniziato così, con una forte testimonianza femminile perché ci è sembrato importante aprire, oltre che alla discussione, anche ai sentimenti, all’allegria, alla passione della partecipazione delle donne alle giornate della rivolta delle piazze arabe.
In occasione dell’8 marzo quest’anno, come Commissione Donne della Copeam2, ci è sembrato che quello che stava accadendo nella sponda sud del Mediterraneo fosse molto importante e abbiamo cercato di capire, insieme alle donne che da lì vengono e che lì vivono, cosa stava succedendo e in che modo la presenza femminile nelle rivolte fosse un momento nuovo e significativo. La “primavera araba” ha avuto come pilastro la donna. Il mondo femminile non si è accontentato di partecipare alle manifestazioni, ma spesso è stato un importante punto di riferimento per orientare e dirigere le proteste. Molto aldilà dell'immagine di femmina timida o di “oggetto velato di decorazione esotica”, rompendo lo stereotipo occidentale che le vede come “recluse”, impotenti, relegate alla mansioni di casa o sottomesse fatalmente al volere di Allah, centinaia di donne sono scese in piazza per partecipare alle rivolte che hanno rovesciato i regimi di Ben Ali in Tunisia e di Mubarak in Egitto.
Ciò che a noi interessava cercare di capire era come e quanto la presenza nelle piazze delle donne arabe, il loro ruolo nelle rivolte si incrociasse con gli strumenti emergenti dei social network, di facebook, di twitter e del giornalismo partecipativo.
Abbiamo scelto di essere all’università in collaborazione con l’Osservatorio Interuniversitario di Genere, perché ci è risultato chiaro che sono le donne ed in particolare le giovani donne che stanno partecipando alla battaglia in corso nel mondo arabo che hanno deciso di riprendersi in mano la loro vita e la loro dignità . Sono i giovani e le giovani della stessa età degli studenti e delle studentesse che erano presenti, veramente in tanti, all’incontro.
Quelle piazze sono state segnate da una forte matrice femminile, hanno avuto il volto di donne, donne di ogni classe sociale ed età, lavoratrici, casalinghe, artiste e delle tante studentesse egiziane cadute sotto i colpi dell’esercito di Mubarak, ma anche di politiche come Siham Bensedrine, portavoce del Conseil National pour les Libertés en Tunisie o Al Nawal Saadawi, storica leader del femminismo orientale, simbolo per le egiziane che chiedono a gran voce il rispetto della “promessa rivoluzionaria”.
Con questo incontro abbiamo voluto metterci all’ascolto di quelle piazze e di quelle donne, condividere la loro esperienza, conoscere il significato che esse attribuiscono alle nuove tecnologie, uscire dagli stereotipi a cui siamo abituate, comprendere se e quanto l’ondata rivoluzionaria possa davvero rappresentare una spinta propulsiva al miglioramento della loro condizione e cosa ci si debba aspettare da questa fase critica. Ma dalle tante opinioni che abbiamo ascoltato, la cosa più importante che abbiamo capito è che, come sempre, il percorso non sarà facile e l’attenzione e la partecipazione delle donne dovrà essere sempre vigile da entrambe le sponde del Mediterraneo.
Loredana Cornero è Presidente Commissione Donne COPEAM
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