Rita Casula Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Novembre 2007
Oltre a quanto sia bello pagare le tasse, il Ministro Padoa Schioppa ha voluta dare anche una tiratina d’orecchie ai giovani – uomini e donne - pronunciando la oramai famosa e generalmente poco gradita frase di “mandiamo i bamboccioni fuori di casa”.
Certamente non si può negare che i giovani italiani sono, non solo in Europa, quelli che permangono più a lungo fra le pareti domestiche, legati spesso ad un modello di famiglia maggiormente tradizionale in cui si opera una dilatazione dell’adolescenza che può arrivare anche ai trent’anni e che deriva anche dalla scarsa abitudine di unire la scuola o l’università con lavori saltuari o part time, che, comunque, sono poi funzionali ad un approccio più rapido con quelle che sono non solo le occasioni ma anche le regole del mondo del lavoro.
Ai Tanguy italiani il Ministro ha pensato bene di offrire una soluzione in Finanziaria attraverso alcune detrazioni fiscali sugli affitti che ammontano indicativamente alla “rilevante” cifra di 498 euro in tre anni e che dovrebbe quindi promuovere un cambiamento che non è soltanto culturale ma piuttosto sociale. Si parla inoltre di una ripresa dell’edilizia popolare , 80 mila case in 10 anni, che comunque potranno in parte dare una soluzione al problema solo tra qualche anno e non risolvono nulla nel breve termine non potendo, fra l’altro, intaccare la bolla speculativa dell’edilizia che fa costare un mini appartamento alla periferia di Roma quasi come fosse collocato a Manatthan.
Il Ministro dovrebbe riflettere pertanto in primis sulle difficoltà che hanno i giovani a trovare un lavoro stabile che possa permettere il mantenimento di un impegno a pagare tutti i mesi un affitto o un mutuo che, quando va bene, non è mai inferiore a 800-900 euro a fronte di uno stipendio che spesso è di poco superiore. Da sottolineare la difficoltà di trovare un istituto bancario disposto a concedere un mutuo od un prestito ad un lavoratore precario.
Ci sarà pure qualche bamboccione ma sono di certo una minoranza: i giovani vorrebbero avere una parte da protagonisti, dando un contributo di pensiero e di proposizione al Paese e peccato che una classe dirigente e politica stia condannando una generazione a rimanere parcheggiata in un’area di marginalità che danneggia l’intero sistema.
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