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La forza è nel lavoro di gruppo

La forza è nel lavoro di gruppo

Agricoltura, che passione - Intervista a Marina Di Muzio, presidente della neonata Associazione Nazionale Confagricoltura Donna

Ortensi Paola Mercoledi, 12/09/2012 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2012

Insieme all’impresa agricola, da suo padre ha ereditato la passione per la terra e la tenacia di chi è capace di dialogare amorevolmente di e con l’agricoltura. Marina Di Muzio è stata recentemente eletta presidente della neonata Associazione Nazionale Confagricoltura Donna, incarico che si aggiunge a quello di responsabile delle imprenditrici agricole di Confagricoltura in Emilia Romagna. Marina è una donna vitale ed entusiasta che crede fortemente in quello che fa e, nonostante le grandi difficoltà dell’agricoltura italiana, ha tanti progetti e idee. Oggi l’azienda di famiglia ‘La Castelluccia’, con il coinvolgimento anche dei figli, è impegnata in un ricco ventaglio di produzioni che vanno dal latte ovino e bovino alla carne, dall'olio ai cereali. I prodotti arrivano dalle colture di Roma, Viterbo ed Ardea e sono distribuiti negli spacci aziendali della Capitale e della Tuscia e a Parma. Infatti dal 2001 l’azienda si è estesa oltre il Lazio anche in Emilia Romagna, a Parma, dove c’è la produzione del parmigiano in un ciclo che dalla stalla arriva al caseificio e alla vendita. È dovuto a questo presidio produttivo l’assegnazione a Marina del Premio Musa, destinato alle imprenditrici che si misurano con le innovazioni. In tanti anni di lavoro Marina Di Muzio ha coltivato anche il suo interesse per l’affermazione e la valorizzazione delle donne nell’agricoltura. Con questa passione e con il suo incarico potrà individuare nuovi traguardi e cogliere importanti obiettivi.



Cosa pensi delle
donne impegnate in agricoltura?

Le donne sono fondamentali. Hanno una particolare sensibilità anche dovuta all’impegno quotidiano rivolto all’alimentazione nelle loro famiglie. Quindi chi meglio di una donna è in grado di impegnarsi come imprenditrice per un progetto di produzione agricola capace di puntare a un buon rapporto qualità prezzo, che per i consumatori significa mangiar bene e spendere poco? Una battuta di Wendell Berry, il poeta contadino americano, “mangiare è un atto agricolo”, mi ha molto colpito ed è un invito per tutti a riflettere.

 

Le donne sono quindi importanti nel mondo agricolo, ma ne hanno consapevolezza sufficiente?

Non abbastanza e comunque non in modo omogeneo. Molte, anzi direi troppe, non hanno il tempo di esprimersi e la consapevolezza di poterlo fare. Quando vuoi qualcosa devi chiederla, non aspettare che ti venga data. Ovviamente poi ci devi lavorare, ma il primo passo sta proprio nell’essere chiari e questo non è sempre così semplice ed immediato. Bisogna chiarire una premessa. Quando si parla di impresa sia essa gestita da uomini e donne ha gli stessi problemi, ma la vita quotidiana delle imprenditrici agricole e anche delle moglie degli agricoltori e di tutte le donne che vivono in campagna non deve essere penalizzata rispetto al vivere in città, anche per essere al passo con i tempi. Una delle priorità irrinunciabili è la diffusione dell’utilizzo del computer, strumento insostituibile nel lavoro e nella conoscenza, ma anche nel mantenimento delle relazioni.

 

Quando è iniziato questo desiderio di approfondire la tua conoscenza della dimensione femminile nel mondo dell’imprenditoria agricola?

In verità è nato presto. Avevo circa 30 anni, i miei quattro figli erano piccoli e il tempo non era sufficiente per aggiungere alla mia vita di imprenditrice e di madre - già piuttosto complicata - questo ulteriore interesse. Intorno al 2007, ormai i figli grandi, ho iniziato a valutare cosa concretamente potevo fare e piano, piano l’impegno è cresciuto.

 

Ben quattro figli maschi ma nessun fratello con cui hai dovuto competere...

Ho solo una sorella che ha fatto scelte lavorative diverse. Con un fratello maschio avrei avuto le stesse possibilità? Chissà, certo è che in mancanza di un maschio mio padre, accettata la realtà, mi ha cresciuto senza particolari riguardi, trasmettondomi le sue conoscenze e le sue esperienze. “Per comandare devi prima saper fare” e così ha insegnato l'Agricoltura a me e ai miei figli. Mio padre mi ha certamente influenzato molto e a lui devo non solo l’amore per questo lavoro ma insegnamenti decisivi come l’avere sempre presente la misura delle cose, il senso del limite, lo stare bene con i piedi per terra non facendo il passo più lungo della gamba.

 

Tornando all’oggi e al tuo nuovo incarico in Confagricoltura, quali progetti hai?

Mi preoccupa un poco non conoscere bene i meccanismi della rappresentanza, ma forse questo può anche essere un elemento di forza. Sono infatti convinta che l’umiltà con cui mi pongo al lavoro, accanto alla scelta di lavorare in gruppo e di considerare le associazioni regionali i punti di riferimento del movimento nazionale, possono garantire la crescita dell’associazione a beneficio delle tante imprenditrici di Confagricoltura. Ci faremo forti anche dell’entusiasmo che ha accolto la nascita dell’Associazione Nazionale Confagricoltura Donna.Sono orgogliosa del gruppo di lavoro costituito, composto da due vice presidenti (imprenditrici agricole della Lombardia e della Calabria e quindi rappresentiamo l'intero territorio italiano) e da un consiglio direttivo che sta costruendo un programma di lavoro condiviso, frutto di un impegno collettivo a partire dal metodo. L’Italia agricola è così ricca e diversificata che dobbiamo tenere conto della molteplicità dell’esperienza territoriale, produttiva e anche umana. Ritengo, inoltre, che l’Associazione debba interloquire naturalmente con le donne delle altre associazioni (C.I.A, COLDIRETTI, COPAGRI) e con tutti i soggetti istituzionali, e non limitarsi a quelli impegnati nelle politiche di genere. Dobbiamo presentarci e rappresentare i nostri interessi, dicendo che ci siamo con la nostra esperienza e con le nostre domande specifiche di imprenditrici agricole.

 

 

Confagricoltura Donna, i nuovi organismi

Insieme alla Presidente Marina Di Muzio, ci sono due Vicepresidenti:

Gabriella Poli. In provincia di Cremona ha un allevamento suinicolo che conferisce le carni al Consorzio del prosciutto di Parma e a quello del San Daniele. L’azienda coltiva anche frumento e mais. 

Paola Granata. L’azienda è nell'altopiano della Sila (CS) ed è in corso di trasformazione dall'indirizzo tradizionale con una vigna in alta quota. Coltiva inoltre frutti di bosco, alberi pregiati ed ha un progetto di fattoria didattica.

 

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