Donne Impresa - ... per una maggiore consapevolezza e per mettersi ingioco
Rita Casula Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2007
Si sta avviando alla sua conclusione il Progetto “Tolomeo. Formazione Donne imprenditrici artigiane” che, rivolto a 21 donne dirigenti nei gruppi Territoriali di Donne Impresa, è finalizzato sia ad un rafforzamento delle loro posizioni nel sistema confederale sia a creare e sperimentare un modello formativo centrato sui principi della ricerca d’aula e dell’apprendimento collettivo, replicabile in altre realtà. Il tutto nell’ottica di un rafforzamento del Movimento in rapporto alle attività di promozione e sostegno dell’imprenditorialità femminile istituzionalmente svolte.
L’iniziativa è stata avviata attraverso un bilancio delle competenze delle partecipanti al fine di individuarne le aree di forza e di debolezza nell’ottica di una valorizzazione delle risorse e delle capacità di ognuna: una formazione quindi non “standard” ma centrata sulla “persona” che ha prodotto risultati forti in termini di crescita non solo professionale, in particolar modo necessaria ad avviare un percorso di consapevolezza capace di produrre un cambiamento e promuovere l’empowerment.
A tal fine sono stati utilizzati strumenti che hanno consentito alle imprenditrici di evidenziare tratti di personalità per riflettere sulle proprie modalità di approccio a tematiche riguardanti la creatività, la motivazione, i valori, la concentrazione, la tenacia e modelli di relazione interpersonale.
Nel contempo un altro progetto promosso dalle Associazioni di Confartigianato di Vicenza e Matera ha anch’esso messo in rilievo la formazione come strumento di consapevolezza e mobilità sociale evidenziando inoltre come al nord la formazione sia percepita come una opportunità di maggiore qualificazione professionale ed al Sud un modo per uscire dall’isolamento.
La formazione è quindi, nell’ottica di una politica di pari opportunità, uno strumento rilevante in grado di fornire quegli strumenti di autoconsapevolezza e di valutazione delle proprie capacità e potenzialità che può fare uscire le donne da quella forma di autorinuncia che spesso troviamo non solo nella vita politica ma anche nella rappresentanza e che le porta a non mettersi in gioco, al di là della legittimazione sociale che le donne hanno saputo farsi riconoscere.
Una riduzione dell’intervento pubblico in campo formativo ed in special modo dei fondi relativi alla Legge n. 125/91 non potrà che danneggiare il percorso avviato.
(4 gennaio 2007)
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