Si esce frastornate dalla visione di Avengers: Endgame. In tre ore succede di tutto, un "di tutto" che tocca tantissimi personaggi a cui siamo più o meno attaccate, che abbiamo visto in uno o più film che hanno preceduto questo ultimo capitolo della cd terza fase del Marvel Cinematic Universe.
Si chiudono archi narrativi e c'è bisogno di riprendere fiato.
Ora io non ho un' idea di cosa succeda nel mondo là fuori, voglio dire nel mondo reale in relazione alla fruizione di questo genere di prodotti. In particolare non ho un'idea di che impatto abbia avuto per chi è nata/o intorno al '96 e che quindi potrebbe essere cresciuto/a con queste storie al cinema. Per quanto mi riguarda, ho cominciato con i fumetti da adolescente e altrochè se hanno avuto un impatto! Per me hanno fatto scuola insieme a altri romanzi di formazione. Quando è uscito il primo film di questo "universo narrativo", Iron Man, io ero decisamente impegnata su altro. E per me è stato proprio come per i fumetti: tra supereroi, supereroine e villain c'è tantissimo materiale da seguire, storie da leggere e film da vedere e così -a differenza dai professionisti e dalle professioniste del settore- ho seguito come ho potuto, a seconda dei momenti, con la discontinuità che mi contraddistingue recuperando appena possibile quello a cui non potevo assistere in tempo reale. Nel caso dei film questo è il 22°, v e n t i d u e s i m o a partire dal 2008. Undici anni. Mio figlio aveva sei anni. Questo rende l'idea forse.
Perchè tutto questo prologo? Perchè fa differenza come ci si arriva a vedere questo film. Perchè si possono apprezzare elementi a livelli diversi. Se proprio volete è -come deve essere- un film di intrattenimento che fa il suo dovere senza annoiare per tutta la durata, si regge sulle sue gambe pur non essendo un capolavoro, potete andarlo a vedere anche senza aver visto niente prima. Potete. Ma di fatto, e non c'è discussione, queste tre ore hanno un sapore del tutto diverso come chiusura di un' operazione narrativa così vasta. Ha proprio il sapore che i cross-over dei fumetti avevano con tanto di super paginoni a vignetta unica (splash page, peraltro una delle cifre stilistiche della Marvel). Per questo dico grazie. E' stato proprio come leggerlo ed entrare dentro le pagine, dentro le immagini. Non è cosa da poco.
Più che ad un film si assiste ad un evento. Evento che soddisfa le aspettative e rende giustizia a tutto il percorso fatto fino ad ora, tenendo insieme il bello e il brutto dell'enorme esperimento Marvel.
Volendo poi evitarvi spoiler non è che si può dire molto, ma si può dire quel che conta: al di là dello spettacolo dai tratti epici che ha il suo perchè, le storie raccontate coinvolgono, le relazioni che vediamo svolgersi tra umani, procioni, alberi e altro genere di personaggi più o meno terrestri riescono a commuovere ed emozionare , ci parlano di questioni molto umane come le responsabilità che si prendono tra scelte e rinunce, il modo in cui si vivono i lutti, la capacità di lasciar andare quando necessario, le resistenze che opponiamo quando si ha paura o ci si sente inadeguate/i/*, la gestione dello scorrere del tempo, le amicizie profonde la possibilità di affidarsi e la caparbietà delle speranze. Questa accozzaglia di eroi ed eroine dai grandi poteri o capacità ci vengono raccontati tra luci ed ombre, nelle proprie torsioni e limiti ma anche nei toni leggeri della commedia, che a volte fanno sorridere a volte meno.
A margine di tutto questo ci sono anche quel paio di questioni che vengono accennate in modo più o meno convincente. La questione di genere la vediamo chiaramente messa in scena in varie occasioni, ne risulta una sensazione ambivalente: Captain Marvel non ha molto spazio nonostante la chiamata ad hoc e le grandi aspettative maturate tra la chiosa di infinity war e il film a lei dedicato e un particolare schieramento nel bel mezzo di una battaglia provoca sì un salto al cuore e gli occhi mi si sono illuminati per più di un istante, ma d'altro canto la cosa è arrivata così, senza un motivo preciso, senza un percorso, insomma una forzatura che alletta e stona contemporaneamente. Andava fatto e lo hanno fatto; registriamo la buona volontà con la speranza si continui in questa direzione in modo determinato dando sempre più spessore a questo tipo di interazioni e di caratteri.
Per quel che riguarda invece il percorso inaugurato con "Black Panther" arriva una forte spinta con il mostrare la capacità di passare testimoni quando necessario e di farsi da parte e lasciare la scena, anche allettati dalla possibilità di godersi -perchè no- alcune esperienze a cui si aveva rinunciato.
Il mio invito è: recuperate il recuperabile se non l'avete già fatto e andate in sala a godervi questo giro di boa nella cultura pop. Per per il (re)watching ragionato dei capitoli precedenti ci sono diverse indicazioni online e se avete tempo e voglia potete procedere sistematicamente con tutto il franchise.
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