Emilia Romagna - Aumentano i soldi per le famiglie e per le persone non autosufficienti
Laura Salsi e Gabriella Ercolini Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2007
La maggior parte del lavoro di cura, all’interno delle famiglie, è sulle spalle delle donne, cui spesso è affidata anche l’assistenza alle persone non autosufficienti. Le politiche della Regione Emilia-Romagna sono improntate ad una chiara intenzione: non lasciare sole le persone in difficoltà. Nel bilancio 2007 e nel poliennale 2007-2009, infatti, la Giunta del presidente Vasco Errani ha deciso di sostenere con misure concrete i nuclei che devono occuparsi della cura di anziani e disabili, anche ricorrendo alla leva fiscale.
"Sono risposte importanti, soprattutto se le si colloca in una regione come l’Emilia-Romagna che, su una popolazione di poco superiore ai 4 milioni di abitanti, ha oltre 950.000 ultra sessantacinquenni di cui 275.000 ultra ottantenni", commenta la consigliera del gruppo Uniti nell’Ulivo Ds, Laura Salsi, che aggiunge: "Occorre potenziare e affinare ancora meglio la nostra rete di servizi, chiamata ad affrontare nuove sfide nei prossimi anni, per l’invecchiamento della nostra popolazione ma non solo. Il nostro è un welfare che si rinnova e che cerca di interpretare ed anticipare i cambiamenti per essere in grado di dare risposte sempre più appropriate a domande sempre più articolate e complesse, dall’infanzia agli anziani, un welfare che vuole mettere al centro la persona ed essere attento alle esigenze soprattutto delle donne. Bene dunque gli 11,5 milioni circa per il finanziamento degli interventi previsti dal piano socio-assistenziale regionale per iniziative a sostegno delle famiglie, valorizzazione del volontariato sociale e progetto per la valorizzazione del servizio civile e bene i 5,4 milioni per i servizi educativi per l’infanzia".
Ben cento milioni di euro è la cifra supplementare, derivante dalla rimodulazione dell’addizionale Irpef (più bassa per i redditi più bassi e maggiore per quelli più alti) e da un incremento dell’aliquota Irap applicata a poche categorie di imprese, che la Regione ha messo in preventivo per aumentare il fondo regionale per la non autosufficienza. Altri cento milioni andranno al sostegno del sistema sanitario, già d’eccellenza, sul fronte della qualità, dell’innovazione, del territorio. Quaranta milioni, infine, saranno destinati ad investire sullo sviluppo economico e sulla mobilità sostenibile.
Il welfare, insieme alla qualità del lavoro e dello sviluppo economico, è dunque la direttrice principale del bilancio regionale del 2007, approvato dall’Assemblea legislativa sotto Natale. I soldi destinati alla sanità consentiranno, in particolare, di completare l’opera messa in campo con il Patto per la salute, firmato da Governo e Regioni, che aumenta di 8 miliardi le risorse del Fondo, ma non è risolutivo, perché non può dare risposta a tutti i problemi. A questa operazione si lega lo sforzo teso a rafforzare il sistema sanitario e la rete di servizi e di aiuti economici destinati alle persone non autosufficienti, che oggi si rivolge a 110.000 persone anziane.
Ogni soldo prelevato attraverso la manovra fiscale tornerà dunque direttamente ai cittadini e alle famiglie. L’utilizzo della leva fiscale arriva, comunque, dopo anni in cui l’Emilia-Romagna ha diminuito la pressione fiscale, eliminando anche nel 2000 l’addizionale sul bollo auto e riducendo nel 2002 l’Irap per le cooperative sociali, le Onlus e le Ong. L’equità sarà comunque assicurata, così come il sostegno ai redditi più bassi, dal momento che, per la fascia di contribuenti emiliano-romagnoli sotto i 25 mila euro (che rappresentano il 75% del totale), l’aggravio sarà mediamente di 43 euro annui, che non intaccheranno i benefici ottenuti con la Finanziaria nazionale.
Misure importanti, dunque, ma Laura Salsi pensa anche ai problemi cui occorre dare risposta: "Bisogna fare attenzione al dato della disoccupazione femminile che cresce. Dal punto di vista della formazione professionale ci sono modelli che devono essere aggiornati, per non parlare del fatto che il 18% delle donne sono costrette ad abbandonare il posto di lavoro per accudire i figli. Non dimentichiamo che nella nostra regione c’è una domanda inevasa di 6.000 posti in asili nido. Per questo è importante formulare proposte concrete sui temi dell’antidiscriminazione e della conciliazione dei tempi di lavoro con quelli di cura domestica. In particolare nel 2007, anno delle pari opportunità, la Regione dedicherà un’attenzione speciale a queste tematiche".
Città a misura di bambino
Le città dell’Emilia-Romagna? Davvero a misura di bambino. La regione si è infatti piazzata al primo posto con il più alto numero di Comuni capoluogo di provincia premiati in virtù delle politiche a favore dalla partecipazione dei minori di 14 anni.
E’ questo l’esito di “Ecosistema bambino 2007”, il decimo rapporto di Legambiente che valuta, tra le 103 città capoluogo, quali sono quelle più brave nell’offrire partecipazione, aggregazione e strutture dedicate ai bambini.
All’interno della regione è Ravenna la città meglio piazzata, seconda alle spalle di Torino e davanti a Firenze e Roma. Nei primi 20 posti si sono classificate anche Modena, Parma, Reggio Emilia, Ferrara e Piacenza. Fuori da questa speciale top ten solo Bologna, Rimini e la provincia che riunisce Forlì e Cesena.
(15 febbraio 2007)
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