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La filiazione ...

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Leggi amiche - ... ed i principi che la disciplinano

Natalia Maramotti Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2006

La filiazione ed i principi che la disciplinano

Nel 1975, data della Riforma del Diritto di Famiglia, si avvia il processo di equiparazione giuridica tra i figli legittimi e quelli naturali. Ma quando un figlio è legittimo e quando è naturale?.

Sono figli legittimi tutti i figli nati da una coppia di coniugi durante il matrimonio. Le condizioni richieste perché venga attribuito questo status sono le seguenti: il padre e la madre devono essere uniti in matrimonio, il figlio deve essere nato dalla moglie, il concepimento deve essere avvenuto ad opera del marito e deve essere avvenuto in costanza di matrimonio. Si ritiene concepito nell’ambito del matrimonio il figlio nato non prima di 180 giorni dalla sua celebrazione e non dopo 300 giorni dallo scioglimento o annullamento o cessazione degli effetti civili. I figli nati prima dei 180 gg non sono automaticamente non legittimi ed è necessaria una azione di disconoscimento per produrre tale effetto. Quanto ai figli nati dopo i 300 giorni è possibile per i genitori provare la loro legittimità. Quando invece i genitori non sono sposati fra loro i figli nati sono naturali e l’atto formale con cui si dichiara di essere genitore di un figlio nato fuori dal matrimonio si chiama riconoscimento, che può essere effettuato con l’atto di nascita, con una dichiarazione apposita fatta all’Ufficiale di Stato civile, in un atto pubblico o in un testamento.

Sia il padre che la madre possono effettuare il riconoscimento anche se al momento del concepimento erano sposati con un’altra persona. Dal compimento del 16^ anno di età in poi è possibile riconoscere un figlio.

Se il figlio che si riconosce ha compiuto il 16^ anno di età è necessario anche il suo consenso al riconoscimento , così come , nel caso del riconoscimento da parte di uno solo dei genitori, qualora anche l’altro successivamente voglia effettuarlo, è necessario il consenso del genitore che ha effettuato il riconoscimento per primo. Il consenso però non può essere rifiutato arbitrariamente, infatti il rifiuto non produce effetti se il riconoscimento risponde all’interesse del minore. La priorità nel riconoscimento comporta l’attribuzione del cognome e l’esercizio della potestà sul minore.

Il processo di equiparazione tra figli legittimi e naturali non è però interamente conseguito. Ad esempio il figlio naturale riconosciuto è equiparato al figlio legittimo nella successione per causa di morte, tuttavia i figli legittimi hanno la facoltà di commutazione, cioè possono estrometterlo dalla comunione ereditaria soddisfacendo in denaro o con la dazione di altri beni la sua quota.

(15 ottobre 2006)

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