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La favola amara

La favola amara

Giornata della Memoria - Racconti e immagini dei bambini dei ghetti di Lodz e Terezin; dal 22 gennaio al 3 febbraio 2009 a Torino a cura del Laboratorio Interculturale Da’at

Angelucci Nadia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Gennaio 2009

Appuntamento dal 22 gennaio al 3 febbraio 2009 presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani in Corso G. Ferraris n.266 a Torino per il progetto interdisciplinare “La favola amara” , lavoro narrativo e didattico sviluppato dagli insegnanti per i bambini nel ghetto di Lodz e di Terezin, “unica speranza di sfuggire alla realtà del ghetto per l’universo infantile distrutto, conseguentemente alla promulgazione delle leggi razziali e alla deportazione”, come si legge nel comunicato diffuso alla stampa. “L’educazione e la formazione nelle discipline artistiche (pittura, musica, teatro), era il dono degli adulti consegnato ai bambini ebrei segregati dai regimi fascisti, per costruire una “resistenza alla vita” e un futuro di speranza” prosegue la nota.
Vari esperti hanno collaborato alla realizzazione del progetto, insieme a importanti centri di ricerca quali Yad Vashem, Memoriale e Centro studi per la Shoah, Gerusalemme; Beit Terezin, museo e archivio storico su Terezin, kibbutz Gyvat Khayyim, Israele; Terezin Music Memorial Project, Tel Aviv University.
Programma
Giovedì 22 gennaio 2009
ore 19.00: Inaugurazione mostra di disegni, racconti e musica creati per i
bambini nei ghetti di Lodz e Terezin, rivolta a partire dagli 8 anni e raccontata da Daniel Lascar e Alessandra di Molfetta - allievi della Piccola Accademia del Teatro Ragazzi e dell’Animazione. La mostra continua fino al 3 febbraio.
ore 16.00: FORMAZIONE PER INSEGNANTI E OPERATORI CULTURALI, Un approccio interdisciplinare nella didattica della Shoah.

La mostra è sviluppata in due percorsi, La Favola del Ghetto di Lodz e Immagini da Terezin. Il primo percorso, si legge nella nota, è la “Proposta dagli insegnanti del ghetto, accompagnata da diciassette grandi disegni coloratissimi, che spiegano l’importanza dell’apprendimento del lavoro assegnato nel ghetto di Lodz ai più piccoli. Ogni “fabbrica” (resort) produceva degli articoli particolari: scarpe, vestiti, spazzole, cinture, equipaggiamento per l’equitazione. I quadri variopinti, realizzati in colori ad olio, furono creati per invogliare i ragazzi a imparare i diversi mestieri,
commutando, come Alice nel paese delle Meraviglie, banalissimi strumenti di lavoro (macchine da cucire, rocchetti…), in un mondo fantastico di attrezzi, tutti personificati.
Il secondo percorso è su Terezin, chiamato dai nazisti “ghetto modello”, in cui “era di vitale importanza l’attenzione riservata ai bambini; la musica e le discipline artistiche divennero al tempo stesso strumento educativo e mezzo di salvezza. Là, in tre anni furono internati circa 15.000 bambini e alla liberazione del campo (8 maggio 1945) ne erano sopravvissuti appena un centinaio. A Terezin furono internati i più grandi musicisti del momento e compositori come: Pavel Haas, Viktor Ullmann e Hans Krasa, autore di Brundibar, celebre operetta per coro di voci bianche, rappresentata a Terezin decine di volte. Per tutta la durata del campo ogni giorno ebbero luogo concerti di musica classica, opera, jazz, cabaret, repertorio corale.”

Il progetto ha tra gli obiettivi quello di sottolineare, nella prospettiva della “pedagogia della speranza e del dialogo”, come anche in situazioni di estrema esclusione e tragicità si possano tener vivi circoli di cultura, solidarietà, dialogo, resistenza e ricerca.

Per informazioni e prenotazioni Onda Teatro/Casa del Teatro Ragazzi tel. 011/19740290
Mostra allestita e ideata da Sarah Kaminski, Maria Teresa Milano (Laboratorio Interculturale Da’at).
Allestimento tecnico a cura della Casa del Teatro Ragazzi e Giovani e Onda Teatro. Evento realizzato con il contributo di Compagnia di San Paolo e con il patrocinio della Comunità Ebraica di Torino.

(21 gennaio 2009)

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