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La fabbrica dei Cartoons

La fabbrica dei Cartoons

LibereMenti - Enarmonia, un'esperienza positiva di imprenditoria e fantasia

Mirella Caveggia Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2006

Hanno cominciato con un gruzzoletto e un patrimonio inesauribile di fantasia, senza chiedere sovvenzioni, senza sventolare grandi promesse. Lavorando come si deve, il drappello eminentemente femminile di Enarmonia, servizio di cinema di animazione attivo a Torino dal 1999, ha raggiunto un risultato che lo ha portato in piena luce: il festival di cinema di animazione di Positano, l’unico internazionale in Italia, li ha proclamati con il premio Pulcinella “il miglior Studio dell’anno”. Questa fabbrica di cartoons che ha il merito di armonizzare metodi di avanguardia con quelli tradizionali, è la prima società che ha raggiunto l’ambita qualificazione per la sua attività nel settore dei servizi, della produzione di cinema, nella formazione di giovani disoccupati italiana, e anche per la docenza alla Scuola nazionale del Cinema, settore animazione di Chieri e all’Istituto europeo di Design di Torino. Stefania Raimondi, Federica Maggio, Paola Solaro rispondono a nome dello staff. Profeti non molto noti in patria, oggi siete protagonisti indiscussi e contesi del mercato internazionale dopo avere fornito contributi in Francia (Asterix), Germania (The Little Polar Bear, Amici Amici), negli USA (Curious George) oltre che in Italia per Melevisione, Lanterna Magica (primo premio allo stesso festival con la serie dei Polli). Avete anche realizzato Neve e Glitz, le due figurette delle Olimpiadi. Cosa preparate adesso? "Mia e il Migou, una coproduzione franco-italiana e la serie Uffa, che Pazienza!, tratta da un libro di Andrea Pazienza. Ma urgono anche altri progetti internazionali". È vero che avete cominciato con tre computer? "No, con uno solo". Come vi siete fatti strada? "Tanto lavoro, meticolosità e molto “estero”, dove avevamo già dei contatti grazie ad esperienze precedenti". Enarmonia è donna. "Sì, l’elemento donna è preminente. La proprietà è tutta femminile, come il management del resto". Sono 35 gli artisti impegnati a tempo pieno, più il personale amministrativo. Occupano uno spazio di 500 metri quadrati in un edificio del centro storico. Lavorano alacremente, come un piccolo, operoso formicaio. "Da noi – affermano - non c’è precariato: dopo un breve tirocinio, sono tutti assunti e pagati come quando saranno bravi. Abbiamo investito sulle persone più che sui computer, più sulla mano libera dell’artista che sulla tecnologia, sui giovani che si formano nella nostra scuola più che sui grandi esperti. Il più vecchio del gruppo ha compiuto adesso 34 anni". Molto seri, molto professionali, misuratamente ottimisti, non adducono numeri immensi («in termini numerici contiamo poco»). Ma intanto, la piccola società di servizi che in pochi anni ha preso a produrre e a coprodurre audiovisivi per il mercato del cinema di animazione è diventata una struttura competitiva sul mercato internazionale, una vera azienda che parla tutte le lingue e allarga sempre più la base di un mercato che si proietta vicino e lontano.

(16 giugno 2006)

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