Mercoledi, 23/03/2016 - All'origine dei tempi, cioè presso le prime civiltà fiorite in Medio Oriente, la donna velata era simbolo del Divino e del Mistero. Un velo di stoffa leggera fasciava delicatamente il suo viso lasciando scoperti soltanto gli occhi. Quello sguardo enigmatico, dietro il quale si immaginava e si indovinava l'origine del mondo, comunicava molte cose insieme; forse passione, forse disprezzo, forse fatalità, forse meraviglia e curiosità, forse amore, forse odio. E l'uomo, il maschio, vedeva in ciò il senso arcano dell'esistenza; la bellezza preservata dalla violenza della vita; la fantasia che corre e si dispiega per dare ludicità all'esistenza. Il velo, per la donna, diventava allora una sorta di protezione non coercitiva che esaltava l'enigma della femminilità e ne accentuava il rispetto. Una donna dal corpo e dal viso velati risaltava e brillava come un gioiello raro agli occhi dell'uomo fosse egli re, principe, condottiero o semplice artigiano. Quando l'Islamismo si affaccia alla soglia della Storia e si consolida quale religione riconosciuta in tutto il bacino Mediorientale, la donna di quella vasta area geografica indossa il velo ormai da secoli, se non addirittura da millenni. Non è un elemento negativo, anzi. Non lo diventerà nemmeno per l'Islam. Quest'ultimo, infatti, manterrà intatta la tradizione precedente della donna che indossa il velo come elemento quasi di superiorità umana e di elevazione spirituale. Quando cambiano, diciamo così, le cose al riguardo? Forse nel secolo scorso, cioè nel Novecento; forse soltanto alla fine di questo e all'inizio del ventunesimo della nostra era. E' soprattutto nella tradizione islamica, oggi, che la donna indossa il velo. Diversi tipi di velo caratterizzano il suo vestiario, che va da una semplice velatura del capo e del viso fino al velamento dell'intero corpo per mezzo del burka e del niqab(il burka vela la donna in modo totale non lasciando intravedere neanche gli occhi di chi lo indossa, mentre il niqab lascia scoperti soltanto gli occhi). In questi ultimi anni il velo(integrale o parziale)indossato dalle donne di religione islamica ha suscitato molte polemiche in tutto l'Occidente e ha dato molto da scrivere e da parlare a giornali, televisione, social network, sociologi, antropologi e studiosi del costume nonchè alle "dirette interessate", cioè tutte quelle donne che il velo lo indossano quotidianamente, per tradizione religiosa, in ogni parte del mondo. Molto spesso queste polemiche vedono nel velo un elemento non proprio di progresso sociale e mentale e con risvolti non sempre positivi. Indossare, oggi, il velo(parziale o totale)per una donna di religione islamica o meno è segno di civiltà avanzata, di un'apertura della mente a passo con i tempi dominati dalla microtecnologia quotidiana in ogni ambito della nostra vita? Ma, soprattutto, è segno di libertà per la donna? Oppure è tutto il contrario? Gli studi e le polemiche al riguardo continuano e continueranno ancora negli anni a venire perchè non può esserci una soluzione, nè si può pretendere una soluzione come presupposto iniziale che vada poi a chiudere definitivamente la discussione. Sarebbe auspicabile che la donna velata conservasse ancora adesso, nell'era di internet, una vaga reminescenza del suo simbolo remoto del Divino e del Mistero.
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