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La donna tra Atene e Sparta. La storia si è fermata Eboli

La donna tra Atene e Sparta. La storia si è fermata Eboli

Sembra che sia cambiato di pochissimo la condizione della donna, come la lancetta dell'orologio che si sposta di un minuto.

Mercoledi, 07/11/2018 - In una ordinaria lezione di Storia mi preparo a spiegare a ragazzini in crescita la condizione della donna nell'antica Grecia. Una lezione che ho preparato la sera prima, come mi è solito fare per approfondire prima con me stessa ogni aspetto storico culturale del periodo. Le sorprese non sono poche. Perché sembra che sia cambiato di pochissimo la condizione della donna, come la lancetta dell'orologio che si sposta di un minuto. Atene che tanto decantava la democrazia e l'amore e il rispetto delle leggi, tanto da morirne, relegava la donna nel gineceo, a educare figli e filare al telaio. Non usciva di casa. L'uomo nell'androceo parlava di affari, beveva e cenava con amici. Per poi uscire indisturbati, frequentare l'Agorà e rincasare anche all'alba. Una bella differenza.
Penso a racconti di donne quando si rivolgono all'associazione Donne in fermento, fondata con le mie amiche avvocate: “ho lasciato il lavoro perché lui non voleva, non era necessario che lavorassi dato che economicamente stavamo bene, quindi ho lasciato il mio lavoro di parrucchiera per fare la mamma a tempo pieno. Poi il tempo libero lo usavo per fare lenzuolini o tele a ricamo, a punto pieno”. E mi fa vedere tramite cellulare i suoi lavori accatastati in un angolo del salotto. I suoi occhi spenti parlano di potenzialità perse, di pari opportunità negate, di luogo famigliare che dovrebbe promuovere la persona e invece la spinge in basso, secondo il volere dell'altro. Vivere come l'altro vuole, e ti fanno credere che questo è il tuo ruolo. Uomini che promettono che forse in seguito realizzerai un tuo progetto, legato a tue aspirazioni e poi negano, destabilizzano la compagna, non comunicano chiaramente i loro pensieri o ritrattano, togliendosi da ogni responsabilità. Menzogne, poca chiarezza, ribaltamento della realtà dei fatti, sono le modalità con cui un compagno acquista POTERE all'interno di una relazione. La vittima, arriva (col tempo) a dubitare della propria capacità di raziocinio e di comprensione dei messaggi. Mi dicono alcune donne di fronte a fatti certi di maltrattamento: “sto sbagliando, sto ragionando male?” E noi presenti ci guardiamo e abbiamo tutte la risposta certa e lucida, di fronte ai fatti che parlano.
Questa è la donna oggi. Almeno nel gineceo le donne sapevano con chiarezza che erano subordinate. Era un dato di fatto. Oggi la donna è destabilizzata, piena di diritti di fatto ma non nella sostanza, vi è una spaccatura tra il concetto di uguaglianza formale e sostanziale. Quando qualcuno vuole destabilizzarci negando dei fatti o a volte facendoci subire offese, anche gravi, umiliazioni, minacce (qualsiasi cosa che sia PER noi RILEVANTE) segniamoci GIORNO, ORA e CHI ERA PRESENTE in quel momento. 
Scriviamo chi ha detto cosa, questo aiuta a MEMORIZZARE e a restare all'erta di fronte a chi vuole spingerci a dubitare del nostro stesso pensiero. Tante le donne che raccontano queste drammatiche esperienze. Che vanno contro il concetto di uguaglianza dell'articolo 143 del codice civile: “Diritti e doveri reciproci dei coniugi”. Con il matrimonio il marito e la moglie acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi doveri. Dal matrimonio deriva l’obbligo reciproco alla fedeltà, all’assistenza morale e materiale, alla collaborazione nell’interesse della famiglia e alla coabitazione. Entrambi i coniugi sono tenuti, ciascuno in relazione alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale o casalingo, a contribuire ai bisogni della famiglia”. • Art. 147 Codice Civile : Doveri verso i figli. Donne che vengono dimenticate, anche rispetto agli stessi doveri che sono di tutela ai figli. Meno tutelate della prole: “Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole, tenendo conto delle capacità, dell’inclinazione naturale e delle aspirazioni dei figli” . Alla donna non si chiede la propria inclinazione, né si tiene conto delle sue capacità. Domestica deve essere la sua inclinazione. Cose che non avvengono nel gineceo ma nelle nostre case nel 2018. Ricordiamo anche che: Art. 2043 Codice Civile : “ Risarcimento per fatto illecito. Qualunque fatto doloso o colposo che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui cha ha commesso il fatto a risarcire il danno”, tanto per riicordare come riscattarci dagli illeciti.
Buon novembre dei diritti a tutte.

Elena Manigrasso

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